La proposta del direttore della clinica di Malattie infettive del San Martino di Genova. “Infezione tutt'altro che blanda”
Con l’aumento dei casi di vaiolo delle scimmie, rilevato e diffuso dal puntuale bollettino del ministero della Salute, crescono le preoccupazioni riguardo questo nuovo virus. Con circa 25 casi in più rispetto allo scorso venerdì 19 agosto, i casi in Italia si assestano a 714. Con la conferma che il virus si diffonde maggiormente negli uomini - sono circa 704 i contagiati uomini, e 10 donne -, le regioni in cui questo è più presente sono la Lombardia, con 308 casi, seguita dal Lazio (128), l’Emilia Romagna (73) e il Veneto (48). Con un età media di circa 37 anni, ed un range dai 14 ai 71, 190 dei 714 casi sono contagi collegati a viaggi all’estero.
Le parole di Bassetti
In prima linea fin dallo scoppio della pandemia da Covid-19, l'infettivologo Matteo Bassetti è da subito intervenuto esprimendo cautela anche nei confronti del nuovo vaiolo delle scimmie. Il direttore della clinica di Malattie infettive del San Martino di Genova, a seguito della morte del carabiniere italiano a Cuba, ha sottolineato la necessità di vaccinare rapidamente tutti i giovani uomini omosessuali. “Lo sostengo da maggio che si tratta di una infezione tutt'altro che blanda. Quando i numeri crescono così violentemente, può succedere che ci siano casi gravi anche mortali. Unico modo per proteggerci è la prevenzione, e la vaccinazione da destinare subito a giovani uomini omosessuali tra i 18 e i 45 anni".
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L’operato dello Spallanzani
Diversa invece l’opinione di Francesco Vaia, direttore dello Spallanzani di Roma, che si è mostrato più fiducioso nei confronti del virus, anche a fronte dell’operato della sua struttura. “La notizia del primo decesso tra i cittadini italiani contagiati da vaiolo delle scimmie, un nostro connazionale morto a Cuba, non deve allarmare la popolazione. Salvo casi eccezionali, la malattia decorre in modo benigno, senza complicanze gravi, con la guarigione che sopraggiunge dopo due o tre settimane. A fronte di oltre 42 mila casi notificati in paesi non-endemici, quindi al di fuori dell'Africa centrale e occidentale, i decessi sono stati solo 5, pari a una letalità di 1,2 su 10.000. La malattia interessa oggi solo dei gruppi di popolazione, e abbiamo un vaccino, che è il vaccino antivaioloso di terza generazione (MVA-BN), che ha una elevata capacità di protezione (almeno 85%) dalla malattia. Allo Spallanzani, Centro di Vaccinazione della Regione Lazio, abbiamo già vaccinato più di 500 persone a rischio di contagio di vaiolo delle scimmie e molti altri verranno vaccinati nelle prossime settimane. Sempre nel nostro Istituto stiamo conducendo studi sulla memoria immunologica delle persone a suo tempo vaccinate contro il vaiolo. I dati preliminari indicano che oltre il 90% delle persone che erano state vaccinate oltre 40 anni fa per il vaiolo, hanno anticorpi che reagiscono con il virus del vaiolo delle scimmie, talora anche in quantità elevata”.
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Cos’è il vaiolo delle scimmie
Vaia invita al richiamo per il vaiolo, del quale è sufficiente una sola dose nei casi in cui il vaccino sia già stato fatto in precedenza. Ma cosa sappiamo del vaiolo delle scimmie? In Italia è stato isolato per la prima volta a Milano, nel laboratorio di Microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle Bioemergenze dell'ospedale Sacco. Denominato anche monkeypox, sappiamo ancora poco del vaiolo delle scimmie, se non che si trasmette molto velocemente e in maniera amplificata, come tutte le malattie virali.