Lo hanno spiegato i ricercatori americani che hanno sperimentato il trattamento su una paziente di 72 anni, riscontrando la regressione del tumore e la riduzione, pari al 72%, delle dimensioni delle metastasi. L’esito incoraggiante, infatti, è stato testato solamente su una singola paziente, ma è già in programma una sperimentazione di fase I che permetta di verificare la sicurezza e l'efficacia di questo trattamento su più ampia scala
Grazie ad un nuovo approccio immunoterapico è stato possibile ottenere la regressione del tumore e la riduzione, pari al 72%, delle dimensioni delle metastasi in una paziente con diagnosi di cancro del pancreas in fase avanzata. Il trattamento, in particolare, è stato messo a punto e testato presso il Providence Cancer Institute, negli Stati Uniti, ed argomentato sul “New England Journal of Medicine”.
Il trattamento su una paziente di 72 anni
Ad oggi, hanno precisato i ricercatori coinvolti nello studio, i risultati sono stati ottenuti solamente su una singola paziente, ma quanto prima è in programma una sperimentazione di fase I per verificare la sicurezza e l'efficacia di questo trattamento anche su più ampia scala. In particolare, la paziente coinvolta è stata una donna di 72 anni che negli ultimi 4 era stata sottoposta a diversi trattamenti per le cure, tra cui chirurgia, radioterapia, diversi cicli di chemioterapia, oltre ad un trattamento sperimentale basato su cellule immunitarie anticancro. Ma nonostante questi interventi la malattia aveva continuato a diffondersi.
Gli step dello studio
Così è stato deciso di applicare una nuova strategia di trattamento, messa a punto proprio dai ricercatori americani e che ha previsto il prelievo dei linfociti T dalla paziente, la loro modifica genetica finalizzata a far riconoscere agli stessi linfociti alcune forme mutate del gene KRAS che sostengono la crescita del tumore e, infine, la successiva reinfusione delle cellule immunitarie. Dopo questi passaggi e già un mese dopo il trattamento, gli esperti hanno rilevato una riduzione del 62% delle dimensioni delle metastasi polmonari mentre, a distanza di sei mesi, le cellule infuse continuavano a lottare contro il tumore e si è riscontrata una riduzione del 72%. Attualmente la paziente, hanno riferito i ricercatori, continua ad essere monitorata dal team medico che l’ha presa in cura. Come confermato da Eric Tran, che ha coordinato lo studio, “non ci sono trattamenti davvero efficaci per il cancro del pancreas metastatico”. Per questo motivo, ha proseguito, “il fatto che una singola infusione di cellule T riprogrammate possa causare la riduzione del cancro al pancreas metastatico, per oltre sei mesi, rende ottimisti sul fatto che siamo sulla strada giusta. Ora dobbiamo rendere questa terapia più potente e farla funzionare in più pazienti”, ha spiegato ancora.