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Vaiolo delle scimmie, Vaia: “In Italia situazione da controllare ma nessun allarme”

Salute e Benessere
©Ansa

Lo ha confermato, nel corso di una conferenza stampa, il direttore generale dell’Ospedale Spallanzani di Roma, Francesco Vaia. Intanto, dopo il primo caso italiano evidenziato ieri, 19 maggio, sono stati confermati altri due casi, tutti in carico proprio presso l'Istituto di malattie infettive capitolino. Le tre persone coinvolte, ha detto l'esperto, "sono in discrete condizioni di salute"

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“Primo messaggio da dare: nessun allarme. La situazione è da tenere sotto controllo ma non desta allarme”. Così il Direttore generale dell’Ospedale Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, ha commentato ciò che sta succedendo, anche in Italia, in merito ai recenti casi di vaiolo delle scimmie. “La trasmissione uomo-uomo caratterizza buona parte dei casi riscontrati. Non si può definire come una malattia a trasmissione sessuale e che riguarda in particolare gli omosessuali. Al momento sappiamo che riguarda i contatti stretti”, ha spiegato ancora.

I nuovi casi confermati

Intanto, salgono a tre i casi confermati in Italia di vaiolo delle scimmie e sono tutti in carico proprio all'Istituto di malattie infettive Spallanzani. Al caso di ieri, relativo ad un giovane adulto tornato dalle isole Canarie che si era presentato al Policlinico Umberto I e il cui “quadro clinico era risultato caratteristico con il virus che è stato rapidamente identificato con tecniche molecolari e di sequenziamento genico dai campioni delle lesioni cutanee”, se ne sono aggiunti infatti altri due, in data odierna. I casi sono stati confermati dalle analisi e sono correlati al caso zero. Lo si apprende dalle informazioni diffuse dall’assessorato alla Sanità della Regione Lazio. "Le tre persone risultate affette dal vaiolo delle scimmie sono in discrete condizioni di salute, una sola ha presentato febbre di breve durata e tutte hanno un ingrossamento delle ghiandole linfatiche, che appaiono dolenti, e la comparsa di un numero limitato di piccole pustole cutanee localizzate", ha specificato Vaia. "Queste persone sono trattate con una terapia sintomatica allo stato sufficiente. Presso l'Istituto sono disponibili, comunque, farmaci antivirali che potrebbero essere impiegati in via sperimentale qualora si rendesse necessaria una terapia specifica", ha poi aggiunto.

Screening su una trentina di contatti

"La situazione è assolutamente sotto controllo". Lo ha confermato anche l'assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato. "I casi sono stati identificati grazie a un sistema di sorveglianza collaudato, il Seresmi. Desidero ringraziare del lavoro lo Spallanzani, ringrazio i cercatori di virus. Ogni caso riscontrato ha una decina di contatti, dunque lo screening riguarda 30 contatti. Noi contiamo che nelle prossime ore si possa completare questo lavoro che è importante", ha spiegato ancora.

“Nessun allarme ma grande attenzione”

Sempre a proposito del primo caso italiano, Vaia aveva parlato nelle scorse ore di “un vaiolo minore. Ha una sintomatologia più lieve del vaiolo tradizionale”, confermando che la situazione “assolutamente non desta alcun allarme, ma grande attenzione”. La buona notizia, ha detto, “è che lo abbiamo preso, credo in tempo. Lo abbiamo già sequenziato. Lunedì o martedì lo isoleremo. Da lì potranno partire le classiche prove per vedere se il vaccino attualmente disponibile può essere neutralizzante o meno. La scienza va avanti. All'opinione pubblica dico: non vi allarmate”. Parlando dei sintomi del vaiolo delle scimmie, invece, ha sottolineato la necessita di auto monitorarsi. “Osserviamo la pelle, se ci dice qualche cosa. Se c'è qualche macchia. Ovviamente c'è febbre, spossatezza. Questi i sintomi più comuni ma non c'è una sintomatologia grave. Sono sereno rispetto al futuro”, ha aggiunto.

 

Oms: i recenti casi di vaiolo delle scimmie sono "atipici"

I recenti casi di vaiolo delle scimmie in Europa sono "atipici per diverse ragioni". Lo rende noto Hans Kluge, direttore dell'Oms per l'Europa. "In primo luogo - spiega - perché tutti tranne uno di questi casi non hanno relazioni con viaggi in aree dove il vaiolo delle scimmie è endemico, cioéin Africa Occidentale e Centrale. Secondo, perché molti dei casi iniziali sono stati individuati attraverso i servizi di salute sessuale e riguardano uomini che fanno sesso tra uomini. E terzo, per la natura geograficamente dispersiva dei casi in Europa e fuori, questo suggerisce che la trasmissione potrebbe essere in corso da tempo.

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