Vaiolo delle scimmie, in Uk confermati altri 4 casi dell'infezione ma non è pandemia

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Lo hanno segnalato gli esperti dell'Agenzia per la Sicurezza Sanitaria del Regno Unito (UKHSA), secondo cui al momento il rischio per la popolazione del Regno Unito risulta basso. "Non è un’altra pandemia come il Covid-19", hanno detto. Tra i sintomi iniziali della rara infezione virale ci sono febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, linfonodi ingrossati, brividi. Ma può svilupparsi anche un'eruzione cutanea, che spesso inizia sul viso, per poi diffondersi ad altre parti del corpo

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Nel Regno Unito sono stati confermati altri quattro casi di vaiolo delle scimmie, una rara infezione virale che si riscontra per lo più nei Paesi tropicali dell’Africa centrale e occidentale. Come riporta Sky News, tra gli altri, sono attualmente sette i casi confermati nel Paese, tutti diagnosticati tra il 6 ed il 15 maggio. I nuovi casi non sembrano però essere correlati ai due precedenti, annunciati il ​​14 maggio, e ad un caso precedente rilevato il 7 maggio, secondo quanto riferito dagli esperti dell'Agenzia per la Sicurezza Sanitaria del Regno Unito (UKHSA). E, dei quattro nuovi casi, tre sono stati segnalati a Londra e uno nel Nord-Est ma tutti sembrerebbero essersi contagiati nella capitale. I medici britannici, però, hanno già tranquillizzato: “Non è un’altra pandemia come il Covid-19”. 

Gli ultimi casi rilevati

Nella ricostruzione degli eventi, Sky News segnala che il primo dei casi in questione è relativo ad una persona che si era recata di recente in Nigeria, dove si presume possa aver contratto l'infezione, prima di entrare nel Regno Unito. I due casi annunciati il ​​14 maggio, invece, riguardano persone che convivono nello stesso nucleo famigliare ma non sono collegati al caso precedente. Tutti e quattro i nuovi contagiati, invece, come segnala ancora l’UKHSA, sono gay, bisessuali o uomini che hanno avuto rapporti sessuali con altri uomini. Gli esperti hanno segnalato che sono stati individuati contatti comuni per due di questi quattro casi. “Questo è raro e insolito”, ha spiegato Susan Hopkins, consulente medico dell'UKHSA. La stessa Agenzia ha fatto sapere di essere al lavoro per cercare di risalire quanto più rapidamente possibile alla causa di queste infezioni “perché le prove suggeriscono che potrebbe essersi verificata una trasmissione del virus del vaiolo delle scimmie nella comunità, diffusa da uno contatto stretto”. In quest’ottica, comunque, Hopkins ha affermato che l'UKHSA sta esortando uomini gay e bisessuali ad essere consapevoli di eventuali eruzioni cutanee o lesioni insolite e a contattare senza indugio le autorità competenti.

I sintomi del vaiolo delle scimmie

Gli esperti britannici, tra l’altro, hanno fatto sapere che, al momento, non esisterebbe alcun collegamento con i viaggi effettuati in un Paese in cui il vaiolo delle scimmie è endemico e luogo e modalità legate all'infezione sono ancora da accertare. Di solito, comunque, il vaiolo delle scimmie si presenta come una malattia lieve, diffusa dal contatto molto stretto con un positivo e la maggior parte delle persone guarisce entro poche settimane. Tuttavia, in alcuni casi, possono verificarsi malattie anche gravi. Il virus, comunque, non si diffonde così facilmente tra le persone ed il rischio per la popolazione del Regno Unito risulta basso, sempre secondo l'UKHSA. I sintomi iniziali del vaiolo delle scimmie, hanno spiegato ancora gli specialisti, comprendono febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, linfonodi ingrossati, brividi. Può svilupparsi anche un'eruzione cutanea, che spesso inizia sul viso, per poi diffondersi ad altre parti del corpo, compresi i genitali. Questa stessa sintomatologia cambia e attraversa diverse fasi e può assumere anche le sembianze della varicella, formando delle croste che, in un secondo momento, cadono.

epa08401283 View of lab equipment at the Wielkopolska Center for Advanced Technologies (WCAT) at the Adam Mickiewicz University in Poznan, Poland, 04 May 2020. The WCAT is where the only SARS-CoV-2 screening test used in Poland was developed, as well as where the first pilot study to detect COVID-19 antibodies was conducted.  EPA/JAKUB KACZMARCZYK POLAND OUT

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