Covid in Italia, Gimbe: "Casi sottostimati, indossare le mascherine"

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Lo ha sottolineato Nino Cartabellotta, presidente di Fondazione Gimbe, in occasione del consueto monitoraggio indipendente pubblicato oggi, 5 maggio. La circolazione del virus “resta elevata” e risulta “ampiamente sottostimata”. Anche per questo è “fondamentale continuare ad utilizzare le mascherine al chiuso”, ha detto

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La circolazione del virus Sars-Cov-2 “resta elevata” e risulta “ampiamente sottostimata”. Anche per questo è “fondamentale continuare ad utilizzare le mascherine al chiuso”, al di là delle nuove e più recenti indicazioni in merito. Lo ha sottolineato il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, in occasione del consueto monitoraggio indipendente pubblicato oggi, 5 maggio. Secondo l’esperto “tutti gli indicatori sono sostanzialmente in una fase di plateau con lieve tendenza discendente. Tuttavia, indipendentemente dallo spartiacque normativo del primo maggio, la circolazione del virus rimane molto elevata, oltre che ampiamente sottostimata: più di 56 mila nuovi casi in media al giorno, con un tasso di positività dei tamponi antigenici al 16% e quasi 1,2 milioni di positivi”, ha spiegato. “Ecco perché, indipendentemente da obblighi e raccomandazioni mantenere la mascherina nei locali al chiuso, specialmente se affollati e/o poco areati, rimane una strategia indispensabile per ridurre la circolazione virale e proteggersi dal contagio”, ha concluso.

Gimbe, in 7 giorni -8,9% tra i contagi, in calo anche i decessi

Entrando nel dettaglio del monitoraggio Gimbe, nell'ultima settimana in Italia sono scesi i contagi da Covid-19 (-8,9%), con i nuovi casi attestatisi sotto quota 400mila, a fronte di un numero stabile di tamponi totali eseguiti. In calo risultano anche i decessi (-7%) che passano da 1.034. a 962 nell’arco di una settimana (98 sono riferiti a periodi precedenti). Questi i dati relativi alla settimana 27 aprile-3 maggio 2022. In 18 Regioni, ha sottolineato ancora il report, è stata riscontrata una riduzione percentuale dei nuovi casi (dal -0,7% del Veneto al -18% del Lazio), mentre si è registrato un incremento in Lombardia (+0,7%), Friuli-Venezia Giulia (+5%) e Piemonte (+7,4%). In discesa risultano poi gli indicatori ospedalieri, con le terapie intensive che hanno fatto segnare un -10,5% e i ricoveri ordinari un -6,1%. Nello specifico, in area critica al 3 maggio, si sono registrati 366 posti letto occupati mentre in area medica, invece, dopo il picco di 10.328 registrato il 26 aprile, i posti letto Covid sono scesi a quota 9.695 in data 3 maggio. Data nella quale il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è stata del 15% in area medica e del 3,9% in area critica.

I dati sulle vaccinazioni in Italia

Nell’analisi legata alla campagna vaccinale del nostro Paese, è emerso come siano state 39,4 milioni le terze dosi di vaccino anti-Covid somministrate in Italia, con un tasso di copertura pari all'82,5%. Però restano scoperte quasi 2,7 milioni di persone che potrebbero riceverla subito, pari al 5,6% della platea, con evidenti differenze a livello regionale. Si va dal 2,9% dell'Umbria al 10,6% della Provincia Autonoma di Bolzano. Sono 5,65 milioni, inoltre, le persone senza terza dose che non possono invece riceverla nell'immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari all'11,8% della platea. Anche in questo caso con specifiche differenze regionali, dal 7,9% della Valle D'Aosta al 14,8% dell'Umbria. Secondo Gimbe, infine, la somministrazione della quarta dose “procede al rallentatore”. L'hanno ricevuta, finora, circa 383mila persone, con ampie e “inaccettabili diseguaglianze regionali”. In particolare, le quarte dosi sono state somministrate a 133.491 immunodepressi, con una copertura del 16,9% a livello nazionale e discrepanze a livello regionale, che vanno dal 2,9% del Molise al 57,1% del Piemonte. Tra gli over 80, soggetti fragili (60-79 anni) e ospiti delle Rsa, invece, sono state somministrate 249.780 quarte dosi con un tasso di copertura nazionale del 5,6% e coperture regionali che vanno dall'1,6% della Calabria all'11,1% dell'Emilia-Romagna.

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