
Covid, nel Regno Unito aggiornata la lista dei sintomi. Si monitora la variante Xe
Alla luce della diffusione delle mutazioni Omicron che hanno provocato la risalita dei casi in Europa, il National Health Service britannico ha aggiunto all’elenco dei disturbi provocati dalla malattia anche alcuni segnali fra cui stanchezza, fiato corto, gola infiammata e perdita di appetito. Oms: Omicron BA.2 è responsabile di oltre il 90% delle infezioni nel mondo

Continua il monitoraggio della variante Xe del coronavirus scoperta nel Regno Unito. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha fatto sapere che le prime stime su questa mutazione suggeriscono che potrebbe essere il 10% più contagiosa di Omicron 2, ma "questo dato richiede ulteriori conferme"
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La variante Xe, ha spiegato Oms, al momento viene inquadrata come una ricombinazione dei due principali sottotipi della Omicron, BA.1-BA.2: "Xe appartiene alla variante Omicron fino al momento in cui non saranno riportate differenze significative nella trasmissione e nelle caratteristiche della malattia, inclusa la gravità"
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La Xe, al momento, avrebbe lo status di un sottotipo della Omicron, accanto a BA.1-BA.2, dai quali si è formata, e alla BA.3, che circola molto meno rispetto alle prime due
Covid, nuova variante Xe: cosa dicono gli esperti
Intanto in Gran Bretagna - proprio alla luce delle nuove varianti Omicron che hanno provocato una risalita dei casi in Europa - il National Health Service ha aggiornato la lista ufficiale dei sintomi del Covid-19
La lista dei sintomi del Covid sul sito del National Health Service
Oltre a febbre, tosse continua e perdita di olfatto e gusto, l’NHS inserisce nella lista anche fiato corto, sentirsi stanchi o esausti e la sensazione di corpo dolorante
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Insieme a questi vengono elencati anche mal di testa, gola infiammata, naso chiuso o che cola, perdita d'appetito, diarrea e sentirsi genericamente poco bene male o malati
Sul sito, il National Health Service specifica che i sintomi possono essere molto simili a quelli di influenza e raffreddore

Secondo l’ultimo bollettino dell'Oms sulle varianti, Omicron BA.2 ha definitivamente soppiantato Omicron 1 ed è ormai responsabile di oltre il 90% delle infezioni Covid nel mondo. Omicron BA.2, nell'ultima settimana di marzo è nel 93,6% dei campioni depositati su Gisaid, il database open delle sequenze genetiche del virus; il 4,8% sono di BA.1.1 mentre la “vecchia” Omicron 1 conta ormai appena lo 0,94% dei campioni

Secondo i dati del rapporto dell'Organizzazione mondiale della sanità, su scala globale, BA.2 ha cominciato a prendere piede già nelle prime settimane dell'anno per superare BA.1 già nella seconda metà di febbraio. Oggi è ovunque, oltre il 90%, salvo che nelle Americhe, dove è ancora al 65,79%. Per quel che riguarda le caratteristiche di BA.2, il report ricorda che secondo le ultime ricerche, un'infezione con BA.1 conferisce una protezione prossima al 95% contro BA.2 e, nei casi di reinfezione, i sintomi sono lievi

Non si riscontrano invece perdite di efficacia per i trattamenti rispetto a Omicron 1 né per i test diagnostici, sia molecolari che rapidi. Resta allo studio la situazione delle nuove varianti frutto di ricombinazione come quella Xe, della quale al 29 marzo erano state depositate circa 600 sequenze. Il rapporto avverte che "il tasso di evoluzione e il rischio che emergano nuove varianti, comprese quelle ricombinanti, è ancora molto elevato"