Lo ha detto il virologo e direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. “Bisogna essere progressivi nelle riaperture. Siamo in una fase di responsabilizzazione dei cittadini ma il virus è ancora con noi e rimarrà a lungo”, ha sottolineato
"L'obiettivo del governo è arrivare al primo maggio e non prevedere più neanche la mascherina al chiuso". Lo aveva annunciato a Sky TG24 il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, aprendo così alla possibilità di un addio ai dispositivi di protezione fra meno di un mese. Diversa, però, è la visione di Fabrizio Pregliasco, virologo presso l’Università di Milano e direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi, intervistato sempre da Sky TG24. “Ritengo sia utile mantenere ancora l’obbligo dell’uso delle mascherine in alcune situazioni a rischio, perchè bisogna essere progressivi nelle riaperture”, ha detto. “Siamo in una fase di responsabilizzazione dei cittadini ma il virus è ancora con noi e rimarrà a lungo”, ha poi spiegato ancora.
I luoghi ancora a rischio
Quali, secondo il virologo, i contesti nei quali ancora bisognerebbe utilizzare i dispositivi di protezione individuale, come le mascherine? “In situazioni come ambienti chiusi e affollati, con poca aerazione ed in particolare per persone più fragili e più a rischio”, ha precisato Pregliasco.
Un virus endemico ad andamento ciclico
La misura, ha concluso l’esperto, dovrebbe restare ancora in vigore anche perché “la pandemia non è ancora finita”, ha detto. Il virus Sars-Cov-2, ha riferito, “probabilmente diventerà endemico con un andamento ciclico, seguendo le stagioni, come le onde di un sasso lanciato in uno stagno, digradanti. Salvo l’insorgenza di nuove varianti”. E proprio in questo senso, “la variante Xe, appena individuata in Gran Bretagna, ma ancora con poche migliaia di casi, ci dice che è una variante ancora più contagiosa del 10% della già contagiosissima Omicron, però non pare avere caratteristiche diverse. Vedremo se prevarrà dal punto di vista epidemiologico”.