Vaccino Covid, Burioni: “Contro Omicron 2 servono tre dosi”

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Lo ha riportato, in un tweet, il medico e professore di Microbiologia e Virologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, citando un recente studio americano i cui esiti sono stati pubblicati sul “New England Journal of Medicine”. Secondo i dati di laboratorio, infatti, due dosi “non sembrano bastare” contro la “più contagiosa” sotto variante del virus

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“Buone notizie. Dati di laboratorio (non clinici) indicano che il vaccino funziona bene anche contro la ancora più contagiosa (siamo a livelli record di contagiosità!) Omicron 2. Però ci vogliono tre dosi, due non sembrano bastare”. Lo ha scritto in un post, pubblicato sulla propria pagina di Twitter, Roberto Burioni, medico e professore di Microbiologia e Virologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, citando un recente studio americano i cui esiti sono stati pubblicati sul “New England Journal of Medicine”.

I pareri degli esperti su Omicron 2

Ma cosa sappiamo, sino ad oggi, di Omicron 2 (BA.2)? “Le nuove sotto varianti di Omicron, la 2 e la 3 sono contagiosissime, molto più della prima”, ha spiegato nelle scorse ore anche Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università Statale di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Istituto ortopedico Galeazzi di Milano. Come riportato, poi, dal “Corriere della Sera”, nonostante le graduali riaperture, nel continente europeo il Covid sta tornando a diffondersi, anche in virtù “dell’aumento della circolazione della subvariante Omicron BA.2, che sembra più trasmissibile delle alte varianti Covid -19”, ha spiegato Marco Cavaleri, capo della strategia vaccinale dell’European Medicnes Agency (Ema). E, stando al parere del celebre l’immunologo americano Anthony Fauci, la stessa BA.2 sta assumendo un grado di dominanza sempre più importante a livello globale, arrivando al 60%. Per quanto riguarda il nostro Paese i dati sono ancora frammentari. Al 31 gennaio, l’Istituto Superiore di Sanità segnalava BA.2 come presente nel 3% delle sequenze. Ma, da indagini autonome condotte da diversi laboratori sparsi sul territorio, è emerso come nella Bergamasca rappresenti il 58% dei casi positivi. E in Umbria il 60% di 56 tamponi sequenziati lo scorso 7 marzo.

Cosa sappiamo, finora, della nuova sotto variante

Secondo gli studiosi, tutte le sotto varianti di Omicron risultano altamente contagiose e diversi studi hanno già segnalato come la sotto variante BA.2 risulti ancora più trasmissibile di quella originale. Dai dati fino a qui raccolti e ancora da confermare, si ipotizza una contagiosità maggiore del 30% di BA.2 rispetto alla variante Omicron. In Inghilterra, un team di studiosi ha invece rilevato come, mediamente, una persona infettata con BA.2 impiegasse meno tempo per contagiare un’altra persona, accelerandone la diffusione con tempi di incubazione più brevi rispetto alla variante originale. “Il tempo medio di insorgenza dei sintomi sembrerebbe essere di circa mezza giornata più breve per BA.2 rispetto a BA.1, con un periodo medio che rispettivamente è di 3,27 giorni rispetto a 3,72 giorni”, riporta ancora il Corriere. Mentre con la variante Delta l’intervallo tra il contagio e l’insorgenza dei sintomi era pari a circa 4 giorni. Con BA.2, infine, proprio come capitato con Omicron, le reinfezioni sono possibili. Ma la notizia che conforta è che chi si è contagiato con Omicron dovrebbe risultare protetto da BA.2. Questo perché la nuova sotto variante non avrebbe la capacità di eludere l’immunità acquisita con Omicron, almeno nel breve termine.

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