Covid, Fauci: “Nel mondo la variante Omicron BA.2 diffusa al 60%”

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Lo ha riferito il virologo americano in un video messaggio trasmesso in occasione dell’incontro “Highlights in Immunology”, promosso dall'Accademia Nazionale dei Lincei e dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Spiegando, inoltre, come sia già iniziato il percorso a tappe che dovrebbe condurre alla messa a punto di un vaccino universale contro i coronavirus

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Risulta in aumento, nel mondo, la diffusione della sotto variante Omicron BA.2, giunta ormai al 60%. Lo ha confermato il virologo statunitense Anthony Fauci, in un video messaggio trasmesso in occasione dell’incontro “Highlights in Immunology”, promosso dall'Accademia Nazionale dei Lincei e dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Secondo il super esperto, questa mutazione del virus Sars-Cov-2 non risulta essere più severa della variante Omicron originale, con la vaccinazione (dose booster) che garantisce un'alta protezione da sintomi e ricoveri, perdurando nel tempo. “La sotto variante Omicron BA.2 sta assumendo un maggiore grado di dominanza a livello globale, che ormai arriva al 60%”, ha sottolineato Fauci.

L’importanza della dose booster del vaccino anti-Covid

Cosa cambia, nella sotto variante BA.2, rispetto alla Omicron originale? Come spiegato dallo stesso Fauci, “non c'è grande differenza nel dominio Rbd”, ovvero quella porzione della proteina Spike che lega le cellule umane. Questo dato, ha proseguito, rivela che esiste “una notevole cross-protezione”. In sostanza, ha commentato ancora il virologo americano, “BA.2 non è più severa di BA.1 e l'infezione da BA.1 protegge molto bene dall'infezione BA.2. Entrambe però eludono la protezione del vaccino se non si è fatto il booster”. A conferma di ciò, Fauci ha ricordato poi che “diversi studi in vitro mostrano come la dose booster aumenti significativamente la neutralizzazione delle varianti di Sars-CoV-2, Omicron inclusa”. Ad esempio, la terza dose del vaccino sviluppato da Moderna, ha ribadito, migliora la risposta anticorpale contro la variante Omicron e con una buona efficacia che si mantiene anche a distanza di sei mesi. Ed è stato condotto da Pfizer un trial clinico che ha dimostrato un forte impatto della dose booster nel prevenire proprio i sintomi della malattia. Infine, diversi studi condotti al di fuori delle condizioni controllate delle sperimentazioni cliniche, hanno rilevato come, contro Omicron, il booster di un vaccino a mRna offra un'alta protezione dal rischio di ricovero che si mantiene intorno al 78% anche a distanza di 4-5 mesi dalla somministrazione.

“Verso un vaccino universale in due tappe”

Intanto, è già iniziato il percorso a tappe che dovrebbe condurre alla messa a punto di un vaccino universale contro i coronavirus. Lo ha spiegato lo stesso Fauci, parlando di un progetto a cui si sta dedicando personalmente, studiando nuove tecnologie basate su nanoparticelle e spray nasali. “Non possiamo continuare a inseguire le nuove varianti, abbiamo bisogno di un vaccino universale contro i coronavirus”, ha detto Fauci con fermezza. “Ci arriveremo passo dopo passo: non avremo un vaccino universale al primo colpo, sarebbe troppo ambizioso, ma quello che possiamo fare è partire da un vaccino pan-Sars-CoV-2 che protegga da tutte le varianti Alfa, Beta, Gamma, Delta e Omicron”. Quindi, lo step successivo “sarà un vaccino pan-Sarbecovirus, che protegga non solo da Sars-Cov-2, ma anche da Sars-CoV-1 e altri virus che possono evolvere in infezioni umane”. In quest’ottica, Fauci ha riportato l’esempio di “un paio di vaccini pan-coronavirus che sto personalmente studiando ora”. In particolare, uno si basa sull'uso di nanoparticelle che presentano frammenti di diverse proteine Spike. L'altro, invece, è un vaccino a virus inattivato che consiste nel somministrare Sars-CoV-2 e altri coronavirus inattivati attraverso uno spray nasale. Obiettivo, quello di proporre un'ampia protezione contro beta-coronavirus umani e animali.

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