Car-killer, le future armi nella lotta ai tumori solidi: la ricerca

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Sono allo studio in Italia e, nel giro di due anni, è possibile che queste cellule vengano sperimentate anche sull'uomo, grazie ad una ricerca condotta proprio nel nostro Paese, nell'ambito del progetto “Car-T di Alleanza Contro il Cancro (Acc)”, la Rete oncologica nazionale del ministero della Salute fondata nel 2002

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Sono denominate “Car-killer”, ovvero particolari cellule che promettono di diventare future armi nella lotta contro i tumori solidi. Sono allo studio in Italia e, nel giro di due anni, è possibile che vengano sperimentate anche sull'uomo, grazie ad una ricerca condotta proprio nel nostro Paese, nell'ambito del progetto “Car-T di Alleanza Contro il Cancro (Acc)”, la Rete oncologica nazionale del ministero della Salute fondata nel 2002 a cui aderiscono 28 Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS). L'annuncio è arrivato proprio oggi, 15 febbraio, in occasione della XX Giornata mondiale contro il cancro infantile, data individuata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) con l’intento di sensibilizzare e affrontare le problematiche dei bambini e degli adolescenti malati di tumore.

Nuovi approcci a livello preclinico

“Quest'ambiziosa porzione del progetto coordinato dal professor Franco Locatelli, parte del più ampio programma di ricerca finanziato dal Parlamento con 10 milioni, ha consentito la remissione completa di giovani pazienti affetti da leucemia linfoide acuta attraverso l'infusione di un basso numero di cellule”, hanno commentato gli esperti di Alleanza Contro il Cancro. Lo stesso progetto, tra l’altro, “si propone di implementare nuovi approcci a livello preclinico per estendere l'applicabilità del trattamento con cellule CAR-T a neoplasie non ematologiche, migliorando parallelamente il profilo di sicurezza ed efficacia dell'approccio”. Nello specifico, ha riferito Concetta Quintarelli, responsabile della Terapia Genica dei Tumori al Bambino Gesù di Roma, queste nuove cellule (recettori chimerici antigenici) sono “in grado di controllare il carcinoma di polmone, pancreas, colon e dei tumori cerebrali”.

Trial clinici anche su alcuni tumori solidi degli adulti

Lo stadio della ricerca, ha comunque sottolineato l’esperta, “è preclinico” e, per quanto concerne il tumore del polmone, “sono stati sviluppati nuovi vettori per la terapia genica, la cui efficacia viene testata sia su colture cellulari sia nei modelli animali”. Solamente alla fine “di un'elevata e meticolosa caratterizzazione preclinica, e dopo avere sviluppato materiale per la terapia genica avente peculiarità compatibili con il rilascio per utilizzo sull'uomo, si potrà passare agli studi clinici”, ha precisato ancora Quintarelli. E, come confermato dal presidente di Acc, Ruggero De Maria, “grazie all'eccellente lavoro del gruppo coordinato dal professor Locatelli, gli studi sui tumori pediatrici saranno i primi ad essere trasferiti alla clinica. Tuttavia, è probabile che, grazie a questo programma, entro un paio di anni verranno attivati dei trial clinici anche su alcuni tumori solidi degli adulti”.

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