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Tumori, così riescono a sfuggire al sistema immunitario: lo studio

Salute e Benessere
©Ansa

Grazie ad un lavoro di ricerca condotto dagli studiosi del San Raffaele di Milano, è stato possibile comprendere come i tumori riescano a servirsi di una sorta di “mantello dell'invisibilità”, composto da zuccheri, per eludere il sistema immunitario. Eliminare questa protezione è possibile e consente di potenziare l'efficacia delle terapie Car-T, nuove terapie personalizzate contro il cancro che agiscono proprio sul sistema immunitario del paziente

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Le cellule tumorali riescono a sfuggire al sistema immunitario indossando una sorta di “mantello dell'invisibilità”, composto da zuccheri. Eliminare questa loro particolare protezione è possibile e consente di potenziare l'efficacia delle terapie Car-T, nuove terapie personalizzate contro il cancro che agiscono proprio sul sistema immunitario del paziente per renderlo in grado di riconoscere e distruggere le cellule tumorali. Lo ha dimostrato uno studio condotto dagli studiosi del San Raffaele di Milano, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista “Science Translational Medicine”.

Il processo di “glicosilazione”

Questo speciale “mantello dell'invisibilità” del tumore, hanno spiegato i ricercatori, viene prodotto dalle stesse cellule cancerose attraverso un processo definito di “glicosilazione”. Si tratta di un processo che consiste nell’aggiunta di catene di zuccheri alla struttura delle proteine. La maggior parte dei tumori esistenti, hanno continuato gli esperti, altera la glicosilazione a proprio vantaggio, cambiando la composizione dello strato zuccherino che ricopre le cellule tumorali. “L’aspetto più rilevante della scoperta è che la glicosilazione delle cellule tumorali ostacola l’azione dei linfociti Car-T attraverso diversi meccanismi attivi contemporaneamente”, ha commentato Beatrice Greco, prima firma dello studio. E questa, tra l’altro, è anche un’ottima notizia. Infatti, ha aggiunto, “significa che ridurre la formazione di questa barriera, bloccando il processo di glicosilazione, può indebolire il tumore su più livelli”.

La terapia contro i tumori solidi

Come impedire al tumore di generare questo scudo protettivo? Per farlo, i ricercatori hanno pensato di ingannarlo e, per ottenere il loro obiettivo, hanno nutrito lo stesso con un derivato sintetico del glucosio, chiamato “2DG”. Utilizzato nella “glicosilazione”, questo derivato permette di ottenere catene di zuccheri molto più corte che indeboliscono così lo scudo zuccherino. Il passo successivo ha previsto la somministrazione del “2DG” insieme alla terapia Car-T sugli animali di laboratorio affetti da tumori solidi, come quelli di pancreas, vescica e ovaio. Ciò che si è potuto constatare è che si è verificato un netto potenziamento dell'attività antitumorale delle Car-T, oltre ad un miglior controllo della malattia nel breve e anche nel lungo termine. “Il fatto che 2DG sia già stato testato negli esseri umani mostrando un buon profilo di sicurezza promette di accelerare l'avvio delle prime sperimentazioni cliniche in abbinamento alle terapie Car-T”, ha riferito Monica Casucci, responsabile dell’Unità Immunoterapie Innovative dell’Irccs Ospedale San Raffaele e coordinatrice della ricerca. “Questo approccio potrebbe fare la differenza soprattutto nei tumori solidi, in cui i risultati di efficacia delle Car-T sono stati finora insoddisfacenti”, ha poi concluso.

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