Covid, Iss: sale l’occupazione degli ospedali. Terapie intensive al 15,4%

Salute e Benessere
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La PA di Trento, le Marche e il Piemonte risultano le aree con la più alta occupazione delle intensive. Il dato è emerso dal monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute, secondo cui è in aumento anche il tasso di occupazione delle aree mediche, ora al 21,6% rispetto al 17,1% di sette giorni fa. Sale l’indice di trasmissibilità Rt che passa all’1,43 rispetto al valore di 1,18 della settimana scorsa e raddoppia anche l’incidenza dei casi, ora a 1669 su 100mila abitanti

Il tasso di occupazione degli ospedali italiani, con i ricoveri dei pazienti positivi al coronavirus, è in aumento così come quello delle terapie intensive, che questa settimana si attesta al 15,4% rispetto al 12,9% della settimana precedente. In generale, il tasso di occupazione delle aree mediche a livello nazionale sale invece al 21,6%, rispetto al 17,1% di sette giorni fa. Ad evidenziarlo, il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e del Ministero della Salute.

Trento, Marche e Piemonte con la più alta occupazione delle intensive

Analizzando a livello regionale la situazione, è emerso come la Provincia autonoma di Trento, seguita dalle Marche e dal Piemonte abbiano fatto registrare questa settimana i valori più alti rispetto all'occupazione di posti letto per malati Covid nelle terapie intensive. Nel dettaglio, Trento è al 27,8% (rispetto alla soglia del 10%), le Marche al 23,9% e il Piemonte al 21,7%. La maggiore occupazione dei reparti di area medica, invece, è stata riscontrata invece in Val d'Aosta (al 42,4% rispetto alla soglia del 15%), Liguria (34,2%) e Calabria (33,7%).

Rt a 1,43 da 1,18 e incidenza raddoppiata a 1669

Dal monitoraggio, poi, sono emersi anche altri dati, in base a cui è stato certificato l’aumento dell'indice di trasmissibilità Rt e dell'incidenza dei casi di Covid-19 in tutto il nostro Paese. In particolare, l'incidenza riferita alla data di ieri (6 gennaio) è stata infatti pari a 1669 casi su 100mila abitanti, risultando raddoppiata rispetto al valore di 783 rilevato nella scorsa settimana. L'Rt, invece, passa ad 1,43 rispetto al valore di 1,18 della settimana precedente.

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“Abbiamo un aumento esponenziale dei contagi, siamo a 200mila casi ed è probabile che salgano ancora di più, questo fa sì che molte persone preoccupate, spesso con sintomi leggeri, vadano giustamente a chiedere assistenza alla rete ospedaliera. Rete che è stata ulteriormente riorganizzata nelle ultime settimane per fronteggiare questa ondata. Ma tutto ciò che non è Covid purtroppo viene accumulato, ritardato, posticipato”. Questa la fotografia della situazione sanitaria italiana del sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, intervenuto a Radio Cusano Campus. “E' evidente che questa ondata probabilmente sarà numericamente molto alta a livello di contagi, ma in proporzione ai contagi verosimilmente la pressione sugli ospedali non sarà come quella che avevamo con la variante Delta”, ha poi proseguito. “C'è un virus che verosimilmente è meno aggressivo e c'è una popolazione per la maggior parte vaccinata, questa combinazione fa sì che il sovraccarico per la rete ospedaliera sia minore rispetto alle precedenti ondate”, ha poi confermato. Secondo il sottosegretario, comunque, ci sarà “un aumento di ricoveri nei prossimi giorni e la rete ospedaliera deve tenersi pronta per gestire questa situazione. Dobbiamo gestire anche l'ordinario. Adesso abbiamo anche il problema di operatori sanitari positivi che dunque vanno in quarantena e non possono lavorare, questo genera ulteriore difficoltà”, ha poi concluso Sileri.

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