Covid Uk, “piano B” per frenare i contagi costerebbe 18 miliardi di sterline

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Lo ha rivelato il sito “Politico”, diffondendo alcuni dettagli relativi ad un documento del Tesoro britannico inviato a Downing Street, filtrato nelle scorse ore. Ma, nonostante le pressioni sul premier Boris Johnson, la task force britannica sul Covid-19, avrebbe calcolato che un “piano B” con mascherine obbligatorie, Green pass e smart working potrebbe avere un effetto poco chiaro sulla diffusione del virus, dando invece un duro colpo all’economia del Paese

Un costo massimo pari a circa 18 miliardi di sterline, più di 21 miliardi di euro. E’ questa la somma che dovrebbe pagare il Regno Unito se decidesse di far applicare il cosiddetto “piano b” contro l’impennata dei contagi e la diffusione del Covid-19 in tutto il Paese. Lo ha riferito il sito “Politico”, segnalando un documento del Tesoro britannico inviato a Downing Street e filtrato nelle ultime ore, in base al quale il governo di Boris Johnson, almeno al momento, starebbe tentennando.

Le strategie anti-Covid nel Paese

Si tratta di una strategia sanitaria invocata da diversi esperti, anche in virtù della situazione legata agli ospedali, attualmente al collasso, che sta mettendo sotto pressione il governo britannico. Il documento ottenuto da “Politico” racconta delle ipotesi sul tavolo per frenare la recente ondata di nuovi casi che prevedono la reintroduzione dell’uso obbligatorio delle mascherine sui trasporti collettivi e nei luoghi pubblici più affollati, revocato del tutto nel Paese dal 19 luglio scorso e sostituito, ad oggi, da una semplice raccomandazione. Oltre al Green pass e allo smart working, tutte misure che dovrebbe essere attuate per tutto l’inverno, fino alla fine di marzo 2022. Il Tesoro e la taskforce britannica sul Covid-19, segnala ancora “Politico”, calcolano però che una decisione in questo senso potrebbe avere un effetto poco chiaro sulla prevenzione della diffusione del virus, mentre darebbe un duro colpo all’economia interna. Di qui, secondo la fonte, la scelta di Johnson di continuare a insistere, finchè possibile, sul “piano A” che prevede un rilancio dei vaccini come effetto barriera contro i contraccolpi più gravi dei contagi, ovvero ricoveri e decessi, attraverso l'accelerazione della terza dose a tutti i soggetti fragili e vulnerabili e agli over 50. Oltre ad una dose unica prevista nel Paese e destinata ai ragazzi fra i 12 e i 15 anni d’età. Questo, secondo il governo di Johnson, anche in virtù dei dati sui casi degli ultimi giorni, tornati leggermente in calo anche senza un “piano B”.

L’introduzione del Green pass

Come segnala ancora “Politico” nel dettaglio, il “piano B” peserebbe sull’economia britannica per una somma compresa tra gli 11 e i 18 miliardi di sterline fino al marzo del prossimo anno, circa 800 milioni di pound a settimana. Ma secondo gli esperti della task force sul Covid, ad esempio, l’applicazione di una forma di Green pass potrebbe ridurre i contagi attraverso un impatto definito “moderato”. Mentre la stessa norma avrebbe un impatto definito “elevato” sull’economia e potrebbe causare effetti più ampi, inasprendo la crisi della catena di approvvigionamento nazionale.

La tenda utilizzata per effettuare il tampone rapido della Croce rossa italiana alla stazione Termini, Roma, 26 luglio 2021
ANSA/MASSIMO PERCOSSI

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