Covid Uk, i nuovi contagi ritornano a superare quota 40.000

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Tornano a superare quota 40mila i nuovi casi di coronavirus nel Paese: sono stati 40.954 nelle ultime 24 ore, con 263 decessi. Il trend settimanale dei nuovi casi, su una media di tamponi compresa fra gli 800.000 e il milione al giorno, ha comunque fatto registrare un leggero calo (-0,4%) per la prima volta da un mese a questa parte, come confermano i dati ufficiali

Oltre 40mila nuovi casi (40.954 per l’esattezza) nelle ultime 24 ore. E’ questo il dato relativo ai contagi giornalieri da coronavirus nel Regno Unito, che tornano a superare proprio quota 40.000 dopo un paio di giorni di pausa. Aumentano anche i decessi: 263 quelli registrati, seppure appesantiti dal ritardo statistico di parte dei dati relativi al weekend non conteggiati l'altro ieri e ieri, quando erano scesi a 38. Persiste sotto il livello di guardia, invece, il totale dei ricoveri in ospedale, passati da 8.200 a 8.600 circa nelle ultime 24 ore, comunque lontani dai picchi di 39.000 registrati all'epoca delle ondate dei mesi scorsi. Merito di questo dato, secondo gli esperti, quello attribuito al doppio vaccino somministrato finora nel Paese all'80% della popolazione con più di 12 anni.

Trend settimanale in leggero calo

Un dato che lascia ben sperare le autorità britanniche però c’è. Il trend settimanale dei nuovi casi, su una media di tamponi compresa fra gli 800.000 e il milione al giorno, si è attestato in leggero calo (-0,4%) per la prima volta da un mese a questa parte, come confermano i dati ufficiali. Si tratta di un fattore che, ad oggi, incoraggia il governo di Boris Johnson a restare fermo rispetto alla decisione di non passare al piano B anti Covid, ovvero al ripristino parziale di alcune delle restrizioni revocate sul larga scala a partire dal 19 luglio scorso, con il ritorno all'obbligo della mascherina nei luoghi pubblici più affollati e con un'indicazione diffusa relativa allo smart working, oltre che con l'introduzione di una versione “light” del Green pass. Sul tema, come riferito da un portavoce di Downing Street, l'esecutivo Tory continua invece a scommettere per ora sul piano A, che prevede un rilancio dei test e soprattutto dei vaccini, a cominciare dalla terza dose da somministrare a tutte le persone vulnerabili o sopra i 50 anni e dalla inoculazione dall'unica dose autorizzata nel Paese agli studenti fra i 12 e 15 anni.

Esperti divisi tra piano A e piano B

Fra gli esperti, comunque, c'è chi insiste sull’opportunità di valutare un passaggio in tempi rapidi proprio al piano B, anche se alcuni documenti governativi, il cui contenuto è trapelato nelle scorse ore, indicherebbero in circa 18 miliardi di sterline il costo che potrebbe pesare sul Paese in caso di ritorno al lavoro da casa generalizzato. Oltre a stimare solamente un modestissimo impatto sulla riduzione dei casi in caso di attuazione di un Green pass come quello considerato accettabile oltre Manica, vale a dire limitato a discoteche, concerti o eventi sportivi. Esiste poi una schiera di specialisti che iniziano a dichiararsi maggiormente ottimisti sull'esito dell'intensificazione del piano A. Tra loro il professor Anthony Harnden, epidemiologo e vicepresidente del Joint Committee on Vaccination and Immunisation (JCVI), secondo cui la nuova accelerata sui vaccini starebbe, a tutti gli effetti, contribuendo a “vincere la battaglia” contro il coronavirus nel Regno Unito, seppur senza nuove regole restrittive.

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