Il metapneumovirus umano, un virus noto con sintomi simili all'influenza, sta registrando un aumento di casi in alcune città cinesi, mettendo sotto pressione i sistemi sanitari locali. Il virologo Matteo Bassetti ha sottolineato che "numerosi casi” sono stati osservati “anche in Italia”, ma non c’è motivo “di allarmismo, trattandosi di un virus già noto”
Un virus respiratorio sta mettendo alla prova il sistema sanitario di alcune città cinesi: è il metapneumovirus umano (Hmpv). Si tratta di un virus “che già conosciamo bene”, che causa una malattia respiratoria con sintomi simili all’influenza, ma che in alcuni casi porta complicazioni “come le bronchiti e le polmoniti”. A fare il punto è Matteo Bassetti, Direttore della Clinica Malattie infettive dell'Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova. In un video pubblicato su Instagram, il virologo ha sottolineato che "numerosi casi” si sono verificati “anche in Italia”, inclusi quelli osservati “al San Martino". Tuttavia, Bassetti ha evidenziato che non c’è motivo “di allarmismo, trattandosi di un virus già noto”. Ma come avviene il contagio? E chi è più vulnerabile?
Bassetti: “Virus già noto, può causare bronchiti e polmoniti”
“In tutto il mondo, in particolare nell'emisfero Nord, stanno circolando moltissimo i virus respiratori. In Italia in questo momento circola soprattutto l’influenza. C’è anche il virus respiratorio sinciziale. In Cina si riporta un aumento dei casi di metapneumovirus umano. È un virus che già noi conosciamo. Abbiamo avuto numerosi casi in Italia, anche qui al San Martino. Il virus ha colpito persone diverse, persone immunocompromesse e persone immunocompetenti”, ha riferito Bassetti, per poi sottolineare: “È un virus che può causare bronchiti e polmoniti, quindi è molto simile a quello dell'influenza e altri virus parainfluenzali. Lo conosciamo molto bene. Non esistono farmaci per curarlo, per trattarlo e non esistono vaccini per prevenirlo”. E se in futuro “dovesse avere una circolazione epidemica come quella che in questo momento c’è in Cina probabilmente i nostri anticorpi dovrebbero abituarsi a conoscerlo. Però nessun allarmismo, non c’è niente di nuovo. È un virus che già noi conosciamo e di fronte al quale bisogna fare attenzione”.
“In Cina ha caratteristiche epidemiche”
In merito alle caratteristiche del virus e alla sua diffusione, Bassetti, in un’intervista al Messaggero, ha dichiarato: “Da noi non ha caratteristiche epidemiche, mentre in Cina (in questo momento) probabilmente sì. Bisogna vedere cosa succederà. Potrebbe essere un metapneumovirus che ha avuto delle mutazioni e che magari ha maggiore contagiosità che da noi. Questo bisogna capirlo sulla base di quel ceppo che sta circolando in Cina”. Secondo il virologo, “nel momento in cui dovesse esserci una iperdiffusione, come quella che sta avvenendo in Cina, è certamente un virus per il quale non tutti hanno evidentemente gli anticorpi e quindi potrebbe naturalmente dare esito a una diffusione anche epidemica. Non di un virus nuovo, ma di un virus già noto ma che non ha circolato con delle caratteristiche epidemiche”.
Trattamento e contagio
Al momento, “non esiste una terapia antivirale specifica” per il metapneumovirus umano “come purtroppo avviene per molti altri virus, per i quali non c'è una terapia come c'è per i batteri (una terapia antibiotica)”, ha aggiunto Bassetti. Per il Covid-19, ad esempio, “abbiamo la terapia antivirale che funziona bene”, ma “per gli altri virus le terapie attualmente disponibili sono subottimali rispetto a quelle contro il Covid”. Allo stesso modo, “non esiste un vaccino mirato” per prevenire il metapneumovirus umano. Quanto alle modalità di contagio, Bassetti ha chiarito: “È un virus che in genere circola per via respiratoria. Come si trasmettono molti altri tipi di virus”.
Chi è più a rischio?
Secondo Bassetti, il metapneumovirus umano può avere un decorso più grave nelle persone con sistema immunitario compromesso. “È certamente più grave delle persone che hanno meno difese immunitarie. Quindi oncologici, leucemici trapiantati e chi fa terapie immunosoppressive. Chi ha la polmonite virale in questi contesti può avere un decorso peggiore rispetto agli altri”, ha spiegato.
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