Covid Uk: altri 45.000 casi in 24 ore, nuovo picco dall'estate

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Si tratta dei dati ufficiali riportati ieri, 14 ottobre. E’ il numero più alto di nuovi contagi dal 20 luglio scorso, quando i casi giornalieri erano stati 46.558. Tra i motivi del picco, c’è anche la totale assenza di restrizioni. Da circa 3 mesi, infatti, nel Regno Unito è caduto ogni restrizione, considerando ad esempio il distanziamento sociale e l’utilizzo delle mascherine, anche nei luoghi chiusi

Nuovo picco di contagi da Covid-19 nel Regno Unito. Stando ai dati ufficiali riportati ieri, 14 ottobre, sono stati segnalati infatti 45.066 casi di coronavirus solamente nelle ultime 24 ore. Si tratta del numero più alto di nuovi positivi a partire dal 20 luglio scorso, quando i casi erano stati 46.558. Sempre nella giornata di ieri, come segnala anche la “Bbc”, sono stati 157 i morti certificati che portano a quota 138mila i decessi da inizio pandemia (150mila considerando anche le stime sulle concause). Resta stabile, comunque, il totale dei casi più gravi e dei ricoveri nelle strutture ospedaliere (7.000 circa), anche in virtù dell'effetto, almeno parziale, attribuito dai sanitari britannici ai vaccini, con circa l'80% dell'intera popolazione over 12 al momento doppiamente immunizzata.

I motivi legati all’aumento dei casi

Come segnala, poi, il quotidiano “La Repubblica”, i casi in questione portano ad un totale di 277.875 quelli rilevati negli ultimi sette giorni, confermando un aumento di 32.060 (+13%) rispetto alla settimana precedente. Quali i motivi principali di questo trend? L’aumento dei casi di Covid può essere spiegato con l’ormai duratura assenza di restrizioni. E’ da circa 3 mesi, infatti, che nel Regno Unito è caduto ogni divieto, considerando anche il distanziamento sociale e l’utilizzo delle mascherine, pure nei luoghi chiusi. Al momento, tali regole resistono solo sui mezzi pubblici sebbene non vengano considerate più obbligatorie. Tra l'altro, a proposito di Green pass, sottolinea ancora “La Repubblica”, il governo di Boris Johnson ha deciso di fare un passo indietro, su insistenza dell’ala più tradizionalista del partito conservatore. I cittadini, infatti, possono richiederli, ma con forti limitazioni in quanto non imposti dalle leggi britanniche, nonostante i test antigenici, nel Paese, siano gratis.

Nel Paese 71 ceppi del virus Sars-CoV-2

Proprio nelle scorse ore, tra l’altro, sono stati pubblicati, sulla rivista “Nature”, i risultati di uno studio condotto dagli esperti dell'Istituto europeo di bioinformatica di Hinxton. Ne è emerso come, nei dieci mesi compresi fra settembre 2020 e giugno 2021, nel Regno Unito siano comparsi 71 ceppi del virus Sars-CoV-2, molti dei quali poi spariti piuttosto rapidamente. La ricostruzione, hanno spiegato i ricercatori, si è basata sull’analisi dei dati genetici disponibili nella banca dati britannica in cui sono depositate le sequenze genetiche del virus e che fa capo al Consorzio britannico di genomica del Covid-19 (COG-UK). Coordinata da Nello specifico, la ricerca ha analizzato 280.000 sequenze del virus Sars-CoV-2 e ha sottolineato come le restrizioni del lockdown abbiano influito sull'andamento della pandemia, favorendo la diffusione di alcune varianti a differenza di altre. Gli esperti, inoltre, hanno spiegato che il virus può accumulare circa 24 mutazioni all'anno e che tentare di caratterizzare le sue varianti sia fondamentale per comprendere e controllare le modalità in cui si evolverà.

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