Tumore pancreas: premiato studio pisano sulla formazione delle metastasi precoci al fegato

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Una ricerca realizzata in collaborazione tra l'Azienda ospedaliero-universitaria pisana e l'Università di Amsterdam Umc ha ricevuto il titolo di miglior lavoro al congresso nazionale dell'Associazione italiana studio pancreas, tenutosi a Bergamo

Comprendere i meccanismi con cui il tumore del pancreas tende a metastatizzare precocemente nel fegato. È questo uno degli obiettivi di uno studio realizzato in collaborazione tra l'Azienda ospedaliero-universitaria pisana e l'Università di Amsterdam Umc, premiato come miglior lavoro al congresso nazionale dell'Associazione italiana studio pancreas  tenutosi a Bergamo.

Gli obiettivi dello studio

La ricerca, presentata dalla dottoressa Annalisa Comandatore, specializzanda in Chirurgia generale all’Università di Pisa, ha un duplice obiettivo: sviluppare un nuovo modello specifico per organo (in questo caso il fegato), per lo studio delle aree anatomiche dove attecchiscono le metastasi da tumore del pancreas, e valutare il ruolo degli esosomi (piccolissime vescicole extracellulari) nella formazione di questa nicchia metastatica a partire dall’adenocarcinoma duttale pancreatico.
In particolare, il modello "organotipico" (il primo mai realizzato per questo tipo di tumore) consentirebbe di osservare in maniera diretta la formazione delle metastasi epatiche e come la presenza di esosomi influenzi la loro formazione.
Come spiegato in una nota dall'Azienda ospedaliero-universitaria pisana, lo studio del ruolo degli esosomi nel determinare la formazione di fenotipi con maggiore aggressività nel contesto della patologia tumorale pancreatica "rappresenta infatti una sfida molto ambiziosa e comprendere tali meccanismi rappresenterebbe un passo in avanti non solo dal punto di vista diagnostico, ma anche terapeutico, in particolar modo per una patologia così aggressiva".
I risultati preliminari ottenuti dal team di ricerca pisano-olandese "sono molto incoraggianti e il riconoscimento conferito dalla comunità scientifica rappresenta una conferma del valore di questo nuovo filone di ricerca in ambito oncologico pancreatico, oltreché un incoraggiamento a proseguire sulla strada intrapresa", conclude la nota.

Tumore al pancreas: scoperto un possibile nuovo bersaglio terapeutico

Tra le ultime novità del settore, un team di ricercatori del Garvan Institute di Sydney ha scoperto un nuovo possibile bersaglio terapeutico contro il cancro al pancreas. Si tratta di Focal Adhesion Kinase (FAK), una proteina che controlla la fibrosi, sviluppando uno "scudo" di tessuto fibrotico che circonda le cellule del tumore pancreatico e le rende impenetrabili alla chemioterapia. Secondo gli autori dello studio, attaccando questa molecola sarebbe possibile dimezzare la diffusione del tumore. Sulla scia di questi risultati, l'azienda biofarmaceutica australiana Amplia Therapeutics sta per avviare una sperimentazione clinica di fase 2 per testare un nuovo farmaco (AMP94), che agisce proprio sulla proteina FAK e dovrebbe scomporre lo scudo fibrotico che circonda i tumori pancreatici.

Operativo 7 giorni su 7 e 24 ore su 24. Al suo interno, attualmente, vengono refertati con risultati tra le 24 e le 36 ore quotidianamente circa 1200 tamponi molecolari; con per un potenziale, praticamente doppio, di 3mila test giornalieri. Sono i numeri che raccontano, in estrema sintesi, la "potenza di fuoco" del laboratorio analisi di biologia e microbiologia molecolare dell'ospedale di Piacenza. Un presidio cruciale per la lotta al covid, ma non solo, i cui spazi sono stati recentemente riqualificati e potenziati. ANSA/US AUSL PIACENZA +++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++

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