E’ una delle norme che entreranno in vigore dal primo ottobre. Per i lavoratori che non saranno provvisti di certificazione verde, in alternativa, si potrà esibire “una certificazione di negatività al virus Sars-Cov-2, rilasciata in Italia a fronte di un test molecolare o antigenico rapido, con la frequenza indicata dalla Direzione di Sanità e Igiene del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano”. La conferma è arrivata dal Segretario di Stato vaticano, il cardinale Parolin
Con l’introduzione del certificato verde sono in arrivo nuove regole anche per quanto riguarda l’accesso al Vaticano dove, dal primo ottobre, per accedere sarà necessario esibire il Green pass. Il provvedimento coinvolge residenti, dipendenti, lavoratori e anche i visitatori che, a vario titolo, vorranno entrare nell’area. Unica zona in cui il Green pass non servirà è quella dove si svolgono le celebrazioni e solamente per il tempo della Messa: in questo caso il certificato non sarà necessario. Lo ha confermato il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, che ha spiegato nel dettaglio le norme del decreto generale. Tra queste, quella per cui si potrà esibire un tampone in alternativa alla certificazione verde, oltre alla sospensione della retribuzione per i lavoratori che non potranno accedere al Vaticano perché privi dello stesso pass.
Le udienze generali del Papa
Ancora da chiarire, invece, il tema legato alle udienze generali con il Papa per cui, proprio a giorni, è attesa l'indicazione destinata ai fedeli che il mercoledì partecipano alle catechesi del Pontefice. Ogni settimana si ritrovano per questo evento alcune migliaia di persone, ma ancora non è stato riferito se in questo caso le regole verranno equiparate alle celebrazioni e saranno così ad accesso libero, o meno. La sensazione che trapela, comunque, è che il Green pass possa essere richiesto, anche considerato l'alto numero dei fedeli che partecipano oltre al fatto che, escludendo la lettura biblica iniziale e la preghiera della benedizione finale, non si tratta di un evento di culto vero e proprio. Comunque, come confermato da Parolin, l'obbligo del Green pass riguarderà tutto il personale vaticano, compresi superiori, officiali e ausiliari, dei vari dicasteri, organismi ed uffici che compongono la Curia Romana e delle istituzioni collegate con la Santa Sede. Lo stesso dicasi anche per i “collaboratori esterni e coloro che a qualsiasi ulteriore titolo svolgano attività presso i medesimi Enti, al personale delle ditte esterne e a tutti i visitatori ed utenti”, ha spiegato il cardinale.
Chi effettuerà i controlli
Per quanto riguarda i controlli in Vaticano, sarà la Gendarmeria ad occuparsene, ma “ogni Ente è tenuto a verificare il rispetto delle prescrizioni, stabilendo le modalità operative per l'organizzazione di tali verifiche”. Chi sarà senza Green pass, come detto, potrà comunque esibire “in alternativa, una certificazione di negatività al virus Sars-Cov-2, rilasciata in Italia a fronte di un test molecolare o antigenico rapido, con la frequenza indicata dalla Direzione di Sanità e Igiene del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano”. Il costo dei tamponi sarà a carico dei lavoratori, mentre chi non esibirà nessun documento, verrà considerato “assente ingiustificato”, ha concluso Parolin. E, per tutta la durata dell'assenza non verrà elargita la retribuzione, “fatte salve le ritenute previdenziali ed assistenziali, nonché l'assegno al nucleo familiare”. E’ prevista, in ogni caso, la possibilità di presentare un documento che attesti l’esenzione dal vaccino per motivi medici.