La conferma è arrivata dall’analisi del siero di 2.179 operatori dell’Ospedale Niguarda di Milano che hanno partecipato allo studio clinico “Renaissance”. A 6 mesi dalla fine del ciclo vaccinale, lo studio ha confermato che nel 99% dei vaccinati è risultata “una buona presenza di anticorpi in circolo”. Gli esiti della ricerca “confermano come la migliore arma contro la diffusione del virus sia la più ampia vaccinazione possibile”, hanno spiegato i ricercatori
La protezione procurata dal vaccino anti-Covid continua ad essere alta ed efficace anche a distanza di 6 mesi dalla fine del ciclo vaccinale. Lo ha confermato l’analisi del siero di 2.179 operatori dell’Ospedale Niguarda di Milano che hanno partecipato allo studio clinico “Renaissance”, un’ampia ricerca che aveva tra gli obiettivi quello di valutare la risposta immunitaria al vaccino nel lungo periodo (da 14 giorni a 1 anno), proprio come spiega una nota del nosocomio lombardo.
Il primo studio in Italia
Si tratta, hanno spiegato gli esperti, del primo studio del genere avviato in Italia e di uno tra i più ampi a livello europeo, soprattutto in termini di casistica. Ad essere coinvolte sono state persone che hanno completato il ciclo vaccinale in un arco temporale compreso tra gennaio e febbraio 2021, a cui è stato somministrato il vaccino Comirnaty, prodotto da Pfizer e BioNTech. “Con le prime due analisi, ovvero dopo 14 giorni e 3 mesi dalla vaccinazione, avevamo osservato una risposta anticorpale in circa il 99% dei vaccinati”, ha spiegato Francesco Scaglione, direttore del laboratorio di Analisi chimiche e Microbiologia del Niguarda. Gli studi sierologici condotti poi a distanza di 6 mesi dalla fine del ciclo vaccinale, hanno poi confermato che nella stessa percentuale di vaccinati (99%), risulta “una buona presenza di anticorpi in circolo”. Tra i pochissimi casi (1%) nei quali i ricercatori non hanno riscontrato una risposta rilevabile, sono compresi anche soggetti con condizione clinica di immunodepressione.
La curva di riduzione degli anticorpi
Nell’arco dei sei mesi relativi allo studio, hanno spiegato ancora gli studiosi, “il titolo anticorpale medio è naturalmente sceso”. In particolare, la curva di riduzione si è rivelata maggiormente netta e veloce nei primi 3 mesi, tanto che tra i 14 giorni e i 3 mesi il calo è stato di circa il 70%, mentre è stata riscontrata più lenta e graduale nel periodo successivo, pari a circa il 45%. “E' importante sottolineare che il 4% della nostra popolazione ha ancora titoli altissimi”, ha precisato ancora Scaglione. “Il 51% di questi aveva una storia di Covid-19 prima della vaccinazione, mentre il 45% non è mai entrato in contatto con il virus”, ha aggiunto.
L’importanza del vaccino contro il virus
Tra i dati da tenere in considerazione, infine, quello che riguarda il numero di persone che si sono infettate dopo la vaccinazione. “I dati sulle infezioni sono estremamente confortanti, soltanto 10 operatori sanitari, infatti, hanno contratto l'infezione e, soprattutto, 9 su 10 in maniera asintomatica o paucisintomatica e solo uno in maniera sintomatica. E, in questo caso, si trattava di uno dei soggetti fragili che non aveva inizialmente risposto alla vaccinazione”, ha spiegato Scaglione. Dunque, hanno concluso gli specialisti, anche in presenza di un numero relativo basso di anticorpi, una volta a contatto con il virus, “sembra che si attivi una risposta efficace e rapida grazie ai linfociti T, le cellule ‘sentinella’ che permettono di produrre una protezione duratura contro il Covid grazie alla cosiddetta ‘memoria immunitaria’”, si legge nella nota del Niguarda. I risultati dello studio, in definitiva, “confermano come la migliore arma contro la diffusione del virus sia la più ampia vaccinazione possibile”, ha concluso Scaglione.