
Vaccino Covid, ecco quanto dura la protezione contro il virus: gli studi
In molti Paesi si discute della necessità o meno di una terza dose e dell’eventualità di prevederla per tutti. Uno dei fattori considerati è la durata dell’efficacia delle somministrazioni "standard". Secondo alcuni ricercatori italiani la risposta anticorpale “a 3 mesi rimane alta, a 6 mesi si abbassa notevolmente nel 40-50% dei soggetti”. Ma anche in presenza di pochi anticorpi IgG è possibile che, a contatto con il virus, si attivi una risposta immunitaria rapida grazie ai linfociti

Mentre in Italia è partita la somministrazione della terza dose del vaccino anti Covid per alcune categorie di soggetti fragili, in molti Paesi continua il dibattito sulla necessità o meno della dose aggiuntiva. Alla base della questione anche la durata dell’efficacia dei farmaci: ecco cosa dicono alcuni studi
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In Italia, riporta il Corriere della Sera, un team dell’Università degli Studi di Milano guidato dal farmacologo clinico Francesco Scaglione sta effettuando uno studio su 3mila persone vaccinate a gennaio. Il primo step dello studio, a 3 mesi dalla vaccinazione, verrà pubblicato sulla rivista Mayo Clinic Proceedings, ma sono pronti anche i dati a 6 mesi
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“Valutiamo il calo della risposta anticorpale tramite le IgG anti-Spike - spiega Scaglione al Corriere - Abbiamo visto che, mentre a 3 mesi rimane alta, a 6 mesi si abbassa notevolmente nel 40-50% dei soggetti”
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“Non c’è una correlazione netta tra livello di IgG e protezione effettiva - dice Scaglione - ma sappiamo dall’esperienza empirica che la vaccinazione protegge dall’infezione o comunque dalla malattia grave. Anche in presenza di pochi anticorpi IgG, infatti, è possibile che, a contatto con il virus, si attivi una risposta immunitaria rapida grazie ai linfociti”
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Anche negli Stati Uniti si discute della terza dose di vaccino sulla base della durata dell’efficacia dei farmaci. Secondo uno studio del Cdc, Moderna risulta il vaccino più performante: dopo 120 giorni dalla seconda dose, l’efficacia contro i ricoveri è al 92%, contro il 77% di Pfizer. Per il monodose Johnson&Johnson invece l’efficacia scende al 68% dopo 28 giorni
Lo studio del Cdc
Per quanto riguarda Pfizer, uno studio realizzato dalla stessa azienda mostra che l’immunità scende notevolmente tra i 6-8 mesi dopo la seconda dose. Pfizer ha incluso anche i dati di uno studio del consorzio sanitario Kaiser Permanente Southern California, secondo cui l’efficacia della vaccinazione piena (senza la terza dose) scenderebbe dall’88% del primo mese dopo la seconda iniezione al 47% dopo 5 mesi
Lo studio di Pfizer
Un altro studio pubblicato sul New England Journal of Medicine ha constatato come l’efficacia di Pfizer sia scesa all’84% dopo 4/6 mesi dalla seconda dose
Lo studio sul New England Journal of Medicine
Per quanto riguarda il vaccino Moderna, alcuni ricercatori del La Jolla Institute for Immunology in un lavoro pubblicato su Science affermano che l’immunità (a un dosaggio più basso di quello standard: un quarto) dura almeno 6 mesi in tutti i gruppi di età, e non ci sono indicatori della necessità di una terza dose
Lo studio su Science
Chi invece studia già gli effetti della terza dose è Israele, che ha iniziato a somministrarla a luglio. Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, sulla base dei dati del ministero della Salute, mostra che i casi di contagio e malattia grave calano “sostanzialmente”
Lo studio israeliano sul New England Journal of Medicine
Il tasso di infezione, 12 giorni dopo il booster, è inferiore di 11,3 volte rispetto alle due dosi, mentre il tasso di malattia grave è inferiore di 19,5 volte

Lo studio è stato condotto dal 30 luglio al 31 agosto su 1,13 milioni di over 60 che avevano completato l’immunizzazione 5 mesi prima, divisi in due gruppi: quelli cui è stato somministrata la terza dose e quelli che ne hanno ricevute due

Rispetto alla variante Delta, si legge nel lavoro, la terza dose Pfizer ”porterebbe l’efficacia del vaccino a circa il 95%, un valore simile al valore originale riportato contro l’Alfa”