
Vaccini Covid, +32,5% prime dosi da lunedì. Ma 3 milioni di over 50 sono senza copertura
L'ultimo report settimanale del Commissario Straordinario per l'Emergenza Covid-19 evidenzia un aumento nelle prenotazioni a meno di un mese dall'estensione dell'obbligo di Green pass. Immunizzati due milioni e mezzo di ragazzi tra i 12 e i 19 anni. Tra gli over 80 coperto il 92,55% del totale

Continua la campagna vaccinale contro il Covid-19 in Italia, mentre si avvicina il 15 ottobre, data in cui il Green pass diventerà obbligatorio per tutti i lavoratori. L’estensione, ha dichiarato il ministro della Salute Roberto Speranza, è stata prevista per “incentivare le vaccinazioni”, che segnano una crescita negli ultimi giorni. Come ogni settimana, il Commissario Straordinario per l’Emergenza Francesco Figliuolo ha illustrato il report che fotografa l’andamento delle operazioni di vaccinazione per fasce d’età: ecco come sta andando
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IL TOTALE DI VACCINATI - Guardando ai dati aggiornati alle 21:11 di venerdì 24 settembre, in tutto sono state somministrate 83.599.313 dosi di vaccino. Nella popolazione vaccinabile (dai 12 anni in su), 41.759.921 persone hanno completato il ciclo vaccinale, 44.705.652 italiani hanno ricevuto almeno una dose e 35.798 anche quella aggiuntiva
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PRIME DOSI IN CRESCITA - Settimana di crescita per le prime dosi di vaccino anti-Covid: da lunedì a giovedì - secondo il report della struttura commissariale - ne sono state somministrate, in media, 80mila 500 al giorno, sopra del 32,5% rispetto alla scorsa settimana. In particolare: si ha un +79% per la fascia 50-59 anni (circa 13.500 al giorno), +62% per la fascia 40-49 anni (circa 16.900), +41% per la fascia 30-39 anni (circa 17.900)
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OVER 80 – Il 92,56% degli over 80 ha completato il ciclo vaccinale (+0,20% rispetto alla scorsa settimana), per un totale di 4.223.536 immunizzati. Resta quindi scoperto il 7,44% della popolazione ultraottantenne
I DATI SULLE VACCINAZIONI
TRA I 70 E I 79 ANNI – L’89,57% di chi ha tra i 70 e i 79 anni (5.391.705 persone) risulta completamente vaccinato. La scorsa settimana la percentuale era dell’89,1. Da coprire rimane il 10,43%
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TRA I 60 E I 69 ANNI - L'85,45% dei cittadini tra i 60 e i 69 anni ha terminato il ciclo di vaccinazione: sono in tutto 6.454.092

TRA I 50 E I 59 ANNI – L’11,7% (1.595.716 persone) della popolazione complessiva sopra i 50 anni non ha ancora ricevuto la prima dose di vaccino: si tratta di 3.249.712 persone. Rispetto all’ultima settimana, sono 174mila gli italiani di questa età che si sono vaccinati. Hanno completato il ciclo vaccinale 7.664.123 persone, pari al 79,41% dell'intera platea di oltre 9,6 milioni

TRA I 40 E I 49 ANNI - Il 72,72% di chi ha tra i 40 e i 49 anni (6.390.369 italiani) ha ormai completato il ciclo di vaccinazione. La platea totale è di 8.787.116

TRA I 30 E I 39 ANNI - Su un totale di 6.794.332 over 30, 4.686.768 sono immunizzati: è il 68,98% del totale

TRA I 20 E I 29 ANNI - Il 73,45% di chi ha tra i 20 e i 29 anni - 4.417.184 persone - ha completato il ciclo vaccinale

TRA I 12 E I 19 ANNI – Il 54,72% dei teenager (12-19 anni), su una platea di poco più di 4,6 milioni, è immunizzato

PERSONALE SCOLASTICO - Il 5,9% del personale scolastico - circa 90mila persone - non si sarebbe ancora vaccinato. Le percentuali più alte si registrano nelle province di Bolzano (21,15%) e di Trento (17,75%) e in Valle d'Aosta (16,1%). Gli immunizzati sono invece il 90,51% del totale

PERSONALE SANITARIO – Per quanto riguarda il personale sanitario, è l’1,84% a non avere ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino. Il 94,53% risulta invece immunizzato

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE – Intanto, il premier Mario Draghi ha firmato il Dpcm che stabilisce il ritorno in presenza del personale della pubblica amministrazione a partire dal 15 ottobre. Il governo stima che, tra i dipendenti pubblici, il 10% non è ancora vaccinato

Si tratta di cifre superiori alle 300mila unità, su un totale di 3,2 milioni di dipendenti pubblici. Sulla base di questi dati, si legge nella relazione del governo che accompagna il nuovo Dpcm, “sussistono le condizioni per un graduale rientro in presenza e in sicurezza”. L’esecutivo spiega anche il perché della necessità della fine dello smart working, sostenendo che “nell'attuale fase storica ed economica che il Paese sta vivendo, occorre sostenere cittadini e imprese nelle attività connesse allo sviluppo delle attività produttive e all'attuazione del Pnrr"

"Occorre consentire alle amministrazioni pubbliche di operare al massimo delle proprie capacità" in modo che possano dare il "massimo supporto alla ripresa delle attività produttive e alle famiglie", conclude il governo