Lo ha detto il professore ordinario di Igiene all'Università Cattolica e consulente del ministro della Salute, Roberto Speranza. Secondo Ricciardi, Green pass e obbligo vaccinale dovrebbero essere estesi “agli statali, alle forze dell'ordine e gradualmente a tutte le attività che prevedono assembramenti al chiuso”. Obiettivo quello di “incrementare la vaccinazione” contro il Covid-19
“Se non bastasse il Green Pass andrebbe preso in considerazione l'obbligo” vaccinale con lo stesso documento esteso a tutti i lavoratori, con particolare riferimento “agli statali, alle forze dell'ordine e gradualmente a tutte le attività che prevedono assembramenti al chiuso”. Il tutto con l’obiettivo di “tutelare la salute, e l'economia” e con l’intento di “incrementare la vaccinazione”. E il pensiero di Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene all'Università Cattolica e consulente del ministro della Salute, Roberto Speranza, così come riporta l’agenzia Adnkronos.
Un piano per sospendere i brevetti dei vaccini
Secondo Ricciardi, la pandemia “potrebbe durare anni o finire nel 2023”. Per questo motivo, tutti i “Paesi del G20 sanno che per superarla devono collaborare e pensano a un piano per sospendere i brevetti dei vaccini e costruire gli impianti di produzione delle dosi nei Paesi svantaggiati”, ha aggiunto, a proposito dei lavori del G20 sulla salute. Punto nodale da cui partire “è che il vaccino deve essere un bene pubblico globale e non un beneficio dei Paesi ricchi”, ha sottolineato ancora l’esperto. “La strada è quella molto controversa della sospensione dei brevetti e del trasferimento tecnologico a livello internazionale”, ha riferito Ricciardi.
“I Paesi ricchi devono creare siti produttivi nuovi”
In merito alla questione legata alla produzione dei vaccini anti-Covid, il professore della Cattolica ha spiegato come “la Pfizer non ce la può fare a produrre dosi per tutto il mondo” e perciò andrebbe “coinvolta perché trasferisca la tecnologia a nuovi siti produttivi da aprire nei Paesi svantaggiati”, ha detto Ricciardi. Tra gli esempi virtuosi, quello della Germania, che “ha favorito la creazione di aziende Pfizer-Biontech in tre Paesi africani”, ha aggiunto Ricciardi, secondo cui questo modello “da bilaterale deve diventare globale”. Questa, ha sottolineato ancora, è una possibilità che riguarda tutti i vaccini, “l'importante è che non si continui con le donazioni. I Paesi ricchi devono creare dei siti produttivi nuovi per vincere la sfida della vaccinazione mondiale”, ha concluso Ricciardi. In quest’ottica, gli esperti sono al lavoro per “un comunicato congiunto siglato da 20 Paesi. Non sarà la parola fine, ma l'inizio di un percorso che permetta di realizzare un piano operativo globale e di finanziare questi nuovi impianti”. Obiettivo finale, quello di poter vaccinare “tutto il mondo entro il 2023, altrimenti di questo passo ci vorrebbero anni”, ha detto ancora l’esperto.