Vaccino Covid, Crisanti a Sky TG24: “Senza adesione adeguata valutare obbligo"

Salute e Benessere

Il docente di microbiologia dell'Università di Padova, dice: “Bisogna prendere in considerazione l’obbligatorietà”. Sul Green Pass, il microbiologo dice: “È una misura di incentivo per portare le persone a vaccinarsi, non sono assolutamente contrario ma se lo si vuole superare con l’obbligo lo decida la politica”

"Se non si riuscirà a raggiungere un livello adeguato di adesione ai vaccini, bisognerà prendere in considerazione misure come l’estensione del Green Pass o addirittura arrivare all’obbligo”. È il parere di Andrea Crisanti, docente di microbiologia dell'Università di Padova, intervenuto ai microfoni di Sky TG24. "L’obbligo vaccinale credo sia una misura estrema, che si rende necessaria anche dal fatto che queste varianti hanno un indice di trasmissione elevatissimo e richiedono una soglia di adesione molto elevata per l’immunità di comunità. Siamo in una situazione diversa da quella di sei-sette mesi fa, quando per bloccare la trasmissione c’era bisogno di un’adesione al 70% e l’obbligo vaccinale era superfluo, adesso siamo di fronte a varianti che richiedono un’adesione molto più elevata e una misura come il Green Pass ha avuto un impatto importante, perché ha indotto molti a vaccinarsi", ha detto il professore.

Crisanti: “Siamo sulla strada per uscire dalla pandemia”

“Siamo in una posizione molto più vantaggiosa rispetto a un anno fa”, dice Crisanti. “Siamo sulla strada per uscire dalla pandemia. È un momento di comprensione di come i vaccini possono portarci fuori da questa situazione". Sul Green Pass Crisanti spiega: “Come misura di sanità pubblica non ha alcun senso. È una misura per indurre le persone a vaccinarsi. Si parla della sua estensione a 12 mesi, ma sono tutte decisioni politiche, non hanno nulla di scientifico. Che senso ha estendere il Green Pass a un anno se i dati di Israele ci dicono che dopo sei mesi l’immunità che blocca la trasmissione praticamente non c’è più? Non sono contrario al Green Pass, se ha l’obiettivo di indurre più persone a vaccinarsi ben venga, se poi lo si vuole superare con un atto di trasparenza, con l’obbligo, benissimo. La politica si prenda la responsabilità di fare questa cosa”.

Crisanti: “Aiutare i Paesi con meno vaccini”

"Bisogna aiutare i Paesi che hanno meno vaccini, anche sviluppando vaccini più adatti a quelle aree. La comunità internazionale deve investire in questo senso”, ha detto Crisanti a Sky TG24. “I vaccini di prima generazione hanno dato un contributo importantissimo, ma penso ci sia la necessità di sviluppare vaccini più protettivi e adatti ai Paesi poveri. Non possiamo lasciare miliardi di persone non protette, che sono un incubatore di varianti. Aiutare i Paesi poveri significa sviluppare vaccini adatti a questi Paesi. Molti non hanno l’anagrafe, è difficile dare una o due dosi. Molte persone vivono senza acqua e luce, come si fa a distribuire un vaccino che ha bisogno della catena del freddo a -20° o -80°? Bisogna che la comunità internazionale investa per sviluppare vaccini adatti”.

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Crisanti: “Pensare a obbligo FFP2 per trasporti”

“Le mascherine, se indossate in maniera corretta, danno un livello di protezione estremamente elevato, certo mi rendo conto che imporla per ore ai ragazzi è pesante”, dice Crisanti. “Però bisogna evitare a tutti i costi di ritornare in dad, se c’è bisogno della mascherina per evitare la dad, si usi la mascherina”. “Le mascherine sono efficaci, anche nei trasporti. Una mascherina FFP2, se indossata correttamente, abbatte la trasmissione del 98%. Non c’è nulla di più efficace. Non capisco perché non si obbliga alla mascherina FFP2 nei trasporti, perlomeno quelli urbani”, prosegue il docente. “In classe  - ha proseguito - è un discorso diverso, i ragazzi sono seduti e anche un po’ distanziati, in qualche modo anche la mascherina chirurgica va anche bene, considerando anche che i ragazzi, almeno fino ad adesso, tendono a infettarsi e a trasmettere di meno. Anche la mascherina chirurgica, se indossata bene, ha un indice di protezione alto, dell’80-85%. In classe si può stare con la chirurgica e in autobus affollati con la FFP2 senza correre estremi rischi. Le mascherine, se usate correttamente, possono risolvere parzialmente il problema. È una misura transitoria, nella speranza che aumenti l’adesione alla vaccinazione e il vaccino ci porti fuori da questa situazione”.

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Crisanti: “Guardare cosa succede in Israele” 

“Bisogna guardare a quello che succede nel resto del mondo”, prosegue Crisanti. “Abbiamo celebrato Israele come la nazione che ha più velocemente adottato la vaccinazione, ma un questo momento ha il più alto numero di casi per milione di abitanti del mondo. C’è da chiedersi cosa sta succedendo lì, perché Israele ha iniziato a immunizzare le persone a metà dicembre ed evidentemente non sono più protette. La protezione dei vaccinati dal contagio è intorno al 20-30%, bassissima, per questo stanno facendo la terza dose. C’è ancora una protezione significativa contro le complicazioni, però per mesi non hanno avuto decessi e adesso viaggiano con numeri relativamente più elevati. Il virus evolve e non dobbiamo dimenticare questo aspetto”.

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