Tumore del pancreas, nuovo approccio farmacologico può ridurne la progressione
Salute e BenessereLo hanno messo a punto i ricercatori dei dipartimenti di Medicina sperimentale e di Chimica e tecnologie del farmaco della Sapienza di Roma, insieme agli studiosi di altri centri di ricerca internazionali. Alla base dello studio l’analisi di un particolare enzima, la sirtuina 5 (SIRT5), che grazie ad un attivatore può riuscire a ridurre la progressione tumorale nell’ambito di una strategia farmacologica adiuvante della terapia convenzionale
Nuove speranze nell’ambito della lotta al tumore pancreatico, una tipologia di cancro “praticamente intrattabile”, che rappresenta la settima causa di morte per neoplasie a livello mondiale. Arrivano da uno studio che ha visto la partecipazione di un team di ricercatori dei dipartimenti di Medicina sperimentale e di Chimica e tecnologie del farmaco della Sapienza di Roma, insieme a quelli dell’Eppley Institute for Research in Cancer and Allied Diseases dell’Università del Nebraska e di altri centri di ricerca internazionali. Lo studio, come si legge in un comunicato diffuso dallo stesso ateneo capitolino, ha permesso di identificare, infatti, una “potenziale strategia farmacologica adiuvante della terapia convenzionale del cancro pancreatico, basata sull’attivazione di uno specifico enzima coinvolto nel metabolismo del tumore”.
Una specifica classe di enzimi
Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “Gastroenterology”, è riuscito a far luce su uno dei tumori più complessi da curare, in quanto si sviluppa in un microambiente particolarmente ostile, “con ridotta tensione di ossigeno e limitato apporto nutritivo”, come spiegano gli esperti, e che induce le cellule tumorali pancreatiche a riprogrammare il proprio metabolismo, garantendo una serie di vantaggi per la proliferazione che altre cellule normali non riescono ad avere. Nello studio della progressione tumorale, riportano i ricercatori, è risultata coinvolta di recente una classe di sette enzimi, chiamati “sirtuine”, abili nel modificare le altre proteine per il loro ruolo nella “regolazione del metabolismo, del microambiente tumorale e della stabilità genomica delle cellule cancerose”. Tra queste la sirtuina 5 (SIRT5), collegata sia alla regolazione del metabolismo in generale sia, nello specifico, a quello implicato in differenti tipologie di tumore. Lo studio in questione, in sostanza, ha cercato di definire la funzione di SIRT5 nel carcinoma pancreatico con l’idea di mettere a punto poi una strategia farmacologica basata sulla sua attivazione in qualità di adiuvante della terapia convenzionale e con l’obiettivo di ridurre la crescita tumorale.
Obiettivo, ridurre la crescita tumorale
“La SIRT5 rappresenta una sirtuina mitocondriale non ancora studiata rispetto al suo ruolo nell’adenocarcinoma pancreatico duttale (PDAC)”, ha sottolineato Antonello Mai del Dipartimento di Chimica e tecnologie del farmaco della Sapienza. Mentre, come confermato da Dante Rotili, lo studio, “ha rivelato che la SIRT5 è down-regolata sia in tessuti umani con PDAC, che nei tumori pancreatici murini”. E proprio questa riduzione modifica e attiva uno specifico enzima (AST/GOT1), che “consente un maggior utilizzo della glutammina da parte delle cellule tumorali, favorendo quindi la loro crescita e sopravvivenza”. Da queste basi, i ricercatori sono partiti per sintetizzare un attivatore specifico di SIRT5 che, somministrato con la terapia convenzionale, ha dimostrato di poter ridurre la crescita tumorale in modelli cellulari, in organoidi ottenuti da biopsie di carcinoma pancreatico umano e anche in modelli animali.