Un team di ricercatori italiani è stato protagonista dell’identificazione di un nuovo biomarcatore, chiamato IL8, utile come fattore predittivo di risposta al nuovo farmaco nanotecnologico sperimentale nal-IRI, utile nel trattamento dei pazienti affetti da cancro del pancreas in stadio avanzato
Un team di ricercatori italiani, diretto da Davide Melisi, oncologo della sezione di oncologia medica del dipartimento di medicina dell’Università di Verona, è stato protagonista dell’identificazione di un nuovo biomarcatore, chiamato IL8, utile come fattore predittivo di risposta al nuovo farmaco nanotecnologico sperimentale nal-IRI, dedicato al trattamento dei pazienti affetti da cancro del pancreas in stadio avanzato. I risultati dello studio sono stati recentemente pubblicati sulla rivista scientifica “Clinical Cancer Research”: primo autore dell’articolo è la dottoressa Valeria Merz, dottoranda di ricerca proprio presso l’ateneo veneto.
Il ruolo del plasma
Lo studio, sostenuto dalla Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, ha così dimostrato come la semplice misurazione, nel plasma dei pazienti, del “fattore circolante IL8 sia il più importante indicatore dell’attivazione, nel tumore, di TAK1, una componente di una delle vie di segnalazione maggiormente responsabili di chemioresistenza in queste neoplasie e identificata proprio dal gruppo di ricerca veronese”, si legge in un comunicato apparso proprio sul portale dell’ateneo scaligero. “Il tumore del pancreas è la neoplasia umana maggiormente resistente ai trattamenti chemioterapici convenzionali”, ha spiegato Melisi. “Le nanotecnologie hanno dato a oggi i migliori risultati sperimentali sia nel trattamento dei pazienti di nuova diagnosi che in quelli già trattati, ma avere a disposizione un biomarcatore che possa far decidere quale terapia possa essere più indicata è quanto mai indispensabile”.
La sperimentazione del farmaco nal-IRI
La ricerca, che si è svolta in collaborazione con l’Istituto oncologico veneto di Padova, si è svolta validando il ruolo di IL8 in due differenti gruppi di pazienti, affetti da carcinoma del pancreas avanzato e dimostrando che i pazienti con bassi livelli di questo fattore hanno avuto una sopravvivenza dalla diagnosi due volte più lunga se trattati con il farmaco nal-IRI rispetto al gruppo trattato convenzionalmente. “Poter condurre studi, che vadano dalle prime prove di laboratorio in cellule in coltura, attraverso gli studi più complessi in animali di laboratorio, fino alla validazione clinica nei pazienti, dà una particolare soddisfazione ed è il frutto del lavoro di un gruppo solido e affiatato di giovani medici e biologi che lavorano con me oramai da anni e che ci permette di affrontare il problema cancro a 360 gradi”, ha concluso Melisi. “Oggi il nuovo farmaco nanotecnologico nal-IRI è in sperimentazione clinica nel nostro reparto praticamente in tutti gli stadi di malattia. Per i pazienti con malattia avanzata, ma anche per quelli con malattia precoce e potenzialmente resecabile”, ha detto ancora l’oncologo.