
Covid, cambiano le modalità d'uso degli anticorpi monoclonali: le novità
L’Agenzia Italiana del Farmaco ha aggiornato le specifiche per la somministrazione dei farmaci in relazione alla loro efficacia contro le mutazioni del coronavirus. Parere positivo all’utilizzo dell'anticorpo sotrovimab, che va ad aggiungersi ai quattro già disponibili: bamlanivimab, etesevimab, casirivimab e imdevimab. Prescrizioni in crescita: +48,1% in una settimana

Cambiano le modalità d'uso degli anticorpi monoclonali contro il Covid-19. Lo si legge in una nota dell’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, che specifica che le nuove linee guida sono dovute "al diffondersi delle mutazioni del ceppo originario di coronavirus"
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Una delle novità principali riguarda il parere positivo all’utilizzo di un anticorpo non disponibile in precedenza, il sotrovimab, che “ha dimostrato un favorevole rapporto beneficio/rischio anche nei confronti delle principali varianti circolanti”
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Il sotrovimab, prodotto da GSK, va così ad aggiungersi agli altri anticorpi monoclonali già in uso: bamlanivimab, etesevimab, casirivimab e imdevimab. Tutti sono stati approvati con autorizzazione di temporanea distribuzione attraverso decreto del ministro della Salute dello scorso febbraio. Non hanno invece ancora ricevuto l’approvazione dell’Ema, Agenzia Europea per i Medicinali. La distribuzione dei monoclonali in Italia al momento è consentita fino al 31 gennaio 2022
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L'anticorpo monoclonale bamlanivimab non può essere usato in monoterapia. Prodotto dall’azienda farmaceutica Eli Lilly, viene utilizzato in associazione agli etesevimab. Vengono somministrati in associazione anche gli anticorpi casirivimab-imdevimab, prodotti dall'azienda farmaceutica Regeneron/Roch
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Gli anticorpi monoclonali sono proteine create in laboratorio che presentano le stesse caratteristiche di quelle prodotte dal nostro organismo e che riescono a legarsi a un solo antigene dell’agente che si vuole combattere, in questo caso il Covid-19

L’Aifa fa sapere che gli anticorpi monoclonali per la cura del Covid-19 disponibili in Italia “si differenziano tra di loro per capacità di neutralizzare le diverse varianti circolanti”

Tutti mantengono un’attività antivirale “adeguata” contro le varianti Alfa e Delta. Discorso diverso vale per le varianti Beta e Gamma, che indeboliscono fortemente l’efficacia della terapia con i monoclonali bamlanivimab/etesevimab

La combinazione di casirivimab/imdevimab e il sotrovimab si sono invece dimostrati efficaci anche nel curare l’infezione da variante Beta e Gamma. Per questo l’Aifa, nelle aree geografiche del Paese in cui è presente una circolazione di queste due varianti, “suggerisce di utilizzare gli anticorpi monoclonali casirivimab/imdevimab e sotrovimab efficaci contro tutte le varianti oppure far precedere l’inizio della terapia dalla genotipizzazione o sequenziamento”

Fino ad ora i monoclonali si sono potuti utilizzare solamente per persone particolarmente fragili e senza sintomi gravi. La nota dell’Aifa specifica che, sulla base di un recente studio internazionale che “ha mostrato un beneficio in termini di mortalità e di riduzione del rischio di progressione di malattia del trattamento in pazienti ospedalizzati gravi”, l’Agenzia ha “deciso di estendere il possibile utilizzo della combinazione casirivimab/imdevimab in questa sottopopolazione”

La distribuzione dei monoclonali è effettuata dal Commissario straordinario per l’emergenza Covid. Sul sito istituzionale dell’Aifa sono pubblicati report settimanali sull’andamento e la distribuzione degli anticorpi in Italia e schede tecniche su ogni monoclonale

Dai dati relativi alla settimana dal 30 luglio al 5 agosto emerge che le prescrizioni dei monoclonali in Italia sono in crescita: rispetto ai sette giorni precedenti gli anticorpi prescritti sono saliti del 48,1%, per un totale di 268 ricette mediche

Dallo scorso 10 marzo, data da cui si sono potuti utilizzare i monoclonali in via emergenziale, il totale di prescrizioni è di 6.835. I pazienti trattati con monoclonali fino a oggi sono poco meno di 4mila, la maggior parte dei quali ha ricevuto la combinazione di bamlanivimab e etesevimab, seguita dal mix casirivimab-imdevimab

La Regione che ha trattato più pazienti con i monoclonali è il Lazio, a quota 976, seguito da Veneto (895) e Toscana (851). Agli ultimi posti Molise e Provincia autonoma di Bolzano (13 e 3)