Covid, il sistema a colori ha evitato 25mila ricoveri a novembre

Salute e Benessere

Grazie alle misure introdotte è stato possibile ridurre la trasmissibilità (Rt) di Sars-CoV-2 del 13-19% in zona gialla, del 27-38% in zona arancione e del 36-45% in zona rossa. Lo indica uno studio di Fondazione Bruno Kessler, Istituto Superiore di Sanità (Iss) e Inail 

La divisione dell’Italia in zone colorate e le altre misure introdotte con il Dpcm del 3 novembre 2020 hanno avuto un impatto significativo sull’emergenza Covid. A indicarlo sono i risultati di un nuovo studio, condotto da Fondazione Bruno Kessler, Istituto Superiore di Sanità (Iss) e Inail e pubblicato su Nature Communications. Le restrizioni introdotte hanno permesso di ridurre la trasmissibilità (Rt) di Sars-CoV-2 del 13-19% in zona gialla, del 27-38% in zona arancione e del 36-45% in zona rossa. Le misure hanno ricondotto l’epidemia sotto controllo in 85 provincie su 107 entro 3 settimane dalla loro introduzione, evitando nello stesso periodo complessivamente circa 25.000 ricoveri, ovvero la metà dei 44.000 effettuati.

I risultati ottenuti

Tramite una nota congiunta, gli istituti che si sono occupati dello studio hanno spiegato che gli effetti positivi sulla riduzione dei ricoveri diventano ancora più significativi se osservati su tempi più lunghi, in virtù della riduzione nell’incidenza di infezione ottenuta con le misure. La ricerca, inoltre, ha dimostrato che persino in zona rossa si sono verificate riduzioni delle attività sociali molto minori rispetto al lockdown della primavera del 2020. Per esempio, a fronte di un tempo medio passato in casa dagli italiani di circa 16 ore al giorno in tempi pre-pandemici (dato Istat), nelle zone rosse si è stimato un tempo di 18,7 ore al giorno contro le 20.3 circa durante il lockdown.

 

I dati alla base dello studio

La zona gialla si è rivelata efficace nello stabilizzare l’incidenza dei casi, portando l’Rt a valori intorno a 1. In zona arancione, invece, l’indice è sceso tra 0,80 e 0,93, mentre in quella rossa era compreso tra 0,74 e 0,83. Lo studio si è basato sui dati della sorveglianza integrata e quelli della mobilità pubblica, elaborati con modelli matematici per quantificare l’associazione tra le misure e il cambiamento nell’Rt tra la settimana 30 ottobre – 5 novembre, prima dell’introduzione delle “zone”, e quella 19-25 novembre, quando l’effetto si può considerare stabilizzato.

approfondimento

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