Covid, Galli a Sky TG24: "Sui vaccini lontanissimi dal dato del Regno Unito"

Salute e Benessere

Il  responsabilie malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano tira il freno e spiega che sui vaccini l'Italia è ancora indietro: “Tra vaccinati e chi ha avuto la prima dose in Italia arriviamo a 40 cittadini su 100 che hanno ricevuto una somministrazione, sono la metà del Regno Unito che ormai è a 80 su 100”

“Si deve lasciare che il Paese viva e respiri, ma si deve lasciare che vivano e respirino i cittadini che sono ancora a rischio: da medico mi devo preoccupare anche di loro”, così a Sky TG24 Massimo Galli, responsabilie malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano. Galli mantiene la linea della prudenza, preoccupato del rischio che si possano vanificare gli sforzi fatti fin qui: “Devo tenere ancora il piede sul freno”. E sui vaccini: “Per quanto mezzo milione di vaccini al giorno non siano pochi, non sono nemmeno troppi. Il problema è nella fornitura”  (AGGIORNAMENTI LIVE - SPECIALE - LA SITUAZIONE IN ITALIA CON MAPPE E INFOGRAFICHE).

"Il problema è la fornitura di vaccini"

“Tra vaccinati e persone che hanno avuto la prima dose in Italia arriviamo a 40 cittadini su 100 che hanno ricevuto una somministrazione, sono la metà del Regno Unito che ormai è a 78 su 100”, dice Galli. Per il virologo l’Italia resta indietro con le vaccinazioni. La questione centrale sarebbe la disponibilità delle dosi: “Il problema è nella fornitura – spiega Galli - e nell’assenza di un flusso di vaccini stabile e sicuro”.

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"Rischio scettici verso il vaccino"

“Vedo ancora casi gravi”, dice Galli sulle ospedalizzazioni. La soluzione allora è vaccinare: “Bisogna mantenere una serie di attenzioni scommettendo sui vaccini e sulla copertura che daranno. La disponibilità di vaccino aumenterà gradualmente nelle prossime settimane, ma ancora è questo il problema”. C’è poi il rischio di resistenze da parte della popolazione: “Da un lato c’è chi protesta perché ancora non è stato vaccinato, poi c’è anche chi ha paura per i vaccini a vettore virale, e su questo c’è anche una responsabilità comunicativa e politica da parte dei governi - spiega il virologo - Potrebbero saltare fuori le esitazioni a prescindere nei confronti dei vaccini tutti, quindi da un certo punto in poi potrebbe accadere che le persone che hanno un atteggiamento di scetticismo emergano di più”.

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"Il vaccino dovrà essere aggiornato"

Galli spiega che l’importanza dei vaccini al momento è soprattutto per il contrasto ai casi gravi: “In Qatar è saltato fuori che nei confronti della variante inglese c’è un’efficacia dell’89,5%, verso la variante africana del 75%, ma soprattutto è stato rilevato il 97,5% di efficacia contro ospedalizzazione, rianimazione e morte. Questo è un grosso messaggio di speranza”. Ma poi si dovrà pensare a perfezionare il vaccino: “Dovrà essere aggiornato a tutte le varianti principali, altrimenti non faremo l’immunità di gregge. C’è il caso di Manaus, dove il 75% delle persone erano naturalmente infettate: lì non si è avuta l’immunità di gregge, si è avuta la variante brasiliana”.

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"Coprifuoco a mezzanotte? Guardiamo i numeri"

Per il virologo dunque bisogna continuare a mantenere alta la guardia perché “in queste condizioni dunque non potremo avere mai l’immunità di gregge”. E sulle ipotesi di allentamento delle misure conclude: “Coprifuoco a mezzanotte? Guardiamo i numeri. Ma per me il segnale deve ancora essere un segnale di attenzione, che invece non c’è già da 15-20 giorni. Se apriamo veramente tutto e comunque, non ci sarà più un segnale di attenzione. Dobbiamo vedere, alla fine del mese, quale sarà il bilancio dei 28 giorni successivi alle aperture".

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