Diabete, Gaslini: raddoppiati casi gravi in bimbi nell'ultimo anno

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È quanto emerso da un'analisi dei dati dei pazienti pediatrici con Diabete Mellito tipo 1 diagnosticato presso il centro regionale di riferimento di Diabetologia pediatrica in Liguria, afferente all'Istituto Gaslini

Dall'inizio della pandemia di Covid-19 sono più che raddoppiati i casi gravi e gravissimi di esordio del Diabete Mellito 1 nei bambini. È quanto emerso da un'analisi dei dati dei pazienti pediatrici effettuata dal centro regionale di riferimento di Diabetologia pediatrica in Liguria, afferente all'Istituto Gaslini, che lancia un appello alla famiglie, chiedendo loro di non sottovalutare i segni che sembrano quelli di una gastrite o simil-influenzali e di segnalare al medico la comparsa di eventuali sintomi evocativi di diabete. "La diagnosi precoce del diabete previene situazioni potenzialmente molto gravi e rischiose per i bambini che presentano questi sintomi”,  ha spiegato il dottor Giuseppe D’Annunzio direttore del Centro Regionale di Riferimento di Diabetologia Pediatrica afferente all’Istituto Giannina Gaslini.

Sintomi esordio clinico Diabete Mellito 1

L'Istituto Gaslini spiega in un comunicato che il Diabete Mellito tipo 1 (DM1) è una patologia autoimmune propria dell‘età pediatrica che necessita di terapia insulinica sostitutiva. Il suo esordio clinico è preceduto da una sintomatologia tipica: poliuria (aumento della produzione di urina), polidipsia (aumento della sete) e calo ponderale. "Questi sintomi normalmente insorgono nel giro di poche settimane e, se non ravvisati per tempo, possono condurre a uno scompenso generale: la chetoacidosi diabetica. Si tratta della modalità più grave di esordio clinico di DM1 che può condurre al coma e, in casi estremi, alla morte", ha spiegato Giuseppe D’Annunzio, sottolineando che "in corso di chetoacidosi diabetica possono comparire anche altri sintomi generalmente ingannevoli, quali difficoltà respiratoria, dolori addominali e vomito e, nella bambina, vaginite". "È pertanto indispensabile riconoscere i segni e sintomi per poter effettuare una diagnosi precoce evitando il quadro più grave di chetoacidosi e dei rischi di complicanze e di sopravvivenza”, ha aggiunto.  
"Siamo consapevoli che la pandemia ha concentrato molte energie in campo sanitario verso il contenimento del Coronavirus, e le misure di prevenzione del contagio hanno determinato una riduzione degli accessi sia al Pronto Soccorso che ai pediatri di libera scelta, ma alla luce di quanto osservato è indispensabile richiamare l'attenzione delle famiglie e dei sanitari sui sintomi indicati, al fine di evitare ritardi diagnostici e aggravamento delle condizioni cliniche dei bambini", ha concluso il prof. Mohamad Maghnie direttore U.O.C. Clinica Pediatrica, Endocrinologia dell'ospedale G. Gaslini.

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