Viene chiamata, in gergo scientifico “E484K”, ma pare che provenga dall’estero, tanto che si sarebbero registrati già oltre un centinaio di casi addirittura nel nord Tirolo, in Austria e poi in Sudafrica. Pare si tratti di un mix della variante brasiliana e, per l’appunto, proprio della variante sudafricana, potrebbe essere molto virulenta ma soprattutto avere una resistenza molto più forte di altre varianti contro i vaccini
La chiamano “variante giapponese”, ma così in realtà non è. Si tratta di una variante del coronavirus che è stata per la prima volta isolata in Giappone, già alla fine di febbraio, ma che pare provenga dall’estero, tanto che si sarebbero registrati già oltre un centinaio di casi addirittura nel nord Tirolo, in Austria e poi in Sudafrica. Sembra si tratti di un mix della variante brasiliana e, per l’appunto, proprio della variante sudafricana e viene chiamata in gergo scientifico “E484K”. La notizia allarmante sarebbe quella che questa particolare variante potrebbe essere molto virulenta ma soprattutto, pare, sia molto più forte la sua resistenza contro i vaccini.
La situazione attuale in Giappone
Proprio in Giappone, però, la campagna vaccinale non è ancora entrata nel vivo: meno di un milione di operatori sanitari sono stati vaccinati contro il Covid-19 grazie alla prima dose, però poi la seconda dose è stata ritardata. Il vero inizio della vaccinazione partirà il 12 aprile, cominciando dalle persone più anziane. Tutto questo, dunque, sta preoccupando e non poco le autorità giapponesi, che tra l’altro hanno deciso di andare avanti con le Olimpiadi del prossimo luglio, ma con vari rischi che continuano a ripetersi. E, nel frattempo, la Corea del Nord è il primo Paese in assoluto a decidere di non far partecipare i propri atleti alla manifestazione sportiva. “Non mettiamo a rischio la salute degli atleti in un luogo dove ancora non ci sono le vaccinazioni”, ha fatto sapere il Comitato Olimpico locale, anche considerando il fatto che coloro che arriveranno in Giappone da un altro Paese, non saranno vaccinati.
I casi sin qui registrati e la carenza nei controlli
Attualmente il Giappone ha certificato circa 500mila contagi da coronavirus in tutto, con 9mila decessi, molto pochi rispetto ad altre nazioni. Un altro problema, comunque, resta quello per cui si continua a non eseguire i tamponi sulla popolazione e si continua a non testare le persone. Ciò comporta che, in realtà, non si sa esattamente come e quanto sia diffuso il coronavirus nel Paese.