Se gli Stati Uniti puntano al prossimo autunno per vaccinare gli adolescenti, coinvolgendo i più piccoli all’inizio del 2022, il Regno Unito potrebbe anche anticipare i tempi all’estate. Mentre Israele e San Marino hanno già iniziato. E l’Italia? “Se tutto va bene, per la fine dell’anno potranno cominciare le vaccinazioni tra i ragazzini tra i 12 e i 18 anni, ma per i più piccoli bisognerà aspettare verosimilmente entro il 2022”, ha detto l’immunologa Antonella Viola, docente di Patologia all’Università di Padova
Nel tentativo di combattere il coronavirus ed avvicinare il più possibile l’obiettivo dell’immunità di gregge, tra le fasce di popolazione che potrebbero essere coinvolte nella campagna vaccinale c’è anche quella pediatrica, che rappresenta un quarto della popolazione mondiale, mentre in Italia gli under 18 sono il 17%. Per questo motivo, alcuni Paesi nel mondo stanno già pensando a come organizzare questo aspetto.
Le scelte di alcuni Paesi nel mondo
Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno già iniziato i test che vedranno coinvolti 6.750 bambini, con un’età compresa tra i 6 mesi ed i 12 anni, a cui verranno inoculate due dosi di vaccino Moderna a distanza di 28 giorni. E, come riporta anche un articolo del “Corriere della Sera”, hanno pianificato di vaccinare gli adolescenti nel corso del prossimo autunno, coinvolgendo invece i bambini piccoli all’inizio del 2022. Nel Regno Unito, invece, tra le ipotesi c’è quella di partire ad agosto 2021 con l’immunizzazione di bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni, almeno non appena verranno resi disponibili i dati sulla sicurezza che riguardano il vaccino di AstraZeneca relativi a questa fascia di età, in teoria attesi per questa estate. In Israele, Paese in cui la campagna vaccinale procede spedita, già 600 ragazzi tra i 12 e i 16 anni hanno ricevuto le prime dosi del vaccino, prodotto e sviluppato da Pfizer e BioNtech, senza che siano emersi effetti collaterali gravi. A San Marino, quindi, proprio in queste ore sono iniziate le vaccinazioni grazie alle dosi di Pfizer e circa 700 ragazzi, tra i 16 e i 18 anni, sono stati coinvolti.
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Lo scenario che potrebbe riguardare l’Italia
E in Italia? Secondo l’immunologa Antonella Viola, docente di Patologia all’Università di Padova, “se tutto va bene, per la fine dell’anno potranno cominciare le vaccinazioni tra i ragazzini tra i 12 e i 18 anni, ma per i più piccoli bisognerà attendere ancora di capire come andranno gli studi di sicurezza, verosimilmente entro il 2022”, ha spiegato. “Possiamo vedere la vaccinazione dei più piccoli sotto due punti di vista: per limitare la circolazione del virus all’interno della comunità e per proteggere i bambini stessi, che seppur molto raramente possono sviluppare una malattia severa”, ha commentato sull’argomento l’immunologa. “Sarà comunque impossibile arrivare almeno in futuro a una immunità di comunità senza vaccinare i minorenni, tenuto conto che anche una quota di adulti non vorrà o non potrà vaccinarsi”, ha detto, sottolineando dal suo punto di vista che, “poiché questa malattia dà in alcuni bambini una sintomatologia piuttosto aggressiva con strascichi a lungo termine, sarebbe bene vaccinarli”.
Studi e sperimentazioni sui più piccoli
Gli studi clinici sulla sicurezza del vaccino nei più piccoli, intanto, proseguono. Oltre a Moderna, che sta sperimentando il proprio vaccino anche su 3.000 ragazzi di età compresa tra 12 e 17 anni, anche Johnson & Johnson ha iniziato a testare il proprio vaccino monodose sui bambini più grandi, con l’idea di farlo in futuro anche sui più piccoli e sui neonati. Pfizer e BioNTech, invece, sta testando il proprio prodotto nei ragazzi di età compresa tra i 12 ed i 15 anni, per poi procedere in un secondo momento sui più giovani.