Covid-19, la Repubblica Ceca primo Paese al mondo per nuovi contagi

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Con oltre 11mila casi ogni 100 mila abitanti, si tratta ad oggi del Paese con il più alto tasso di nuovi contagi al livello globale. “Abbiamo fatto molti, troppi errori”, ha detto il primo ministro Andrej Babiš, cercando di spiegare i motivi di questa situazione e annunciando, allo stesso tempo, misure severe per combattere i nuovi casi

Nell’ambito della pandemia da coronavirus nel mondo, un triste primato è quello che spetta alla Repubblica Ceca. Infatti, con oltre 11mila casi ogni 100 mila abitanti, si tratta ad oggi del Paese con il più alto tasso di nuovi contagi al livello globale, come sottolinea anche un articolo del “Corriere della Sera”.

Ospedali al collasso

Se da un lato, in generale, la tendenza dei nuovi contagi nel mondo sembra decrescere da circa sei settimane a questa parte, Praga si trova invece in una situazione difficile, con gli ospedali arrivati al collasso e un altro dato che preoccupa le autorità locali: la Repubblica Ceca, 10 milioni di abitanti, è il secondo Paese nel mondo per morti giornalieri su media settimanale e sino ad oggi ha certificato più di 20mila morti per il Covid. Dato il momento difficile per il Paese, il primo ministro ceco, Andrej Babiš, ha spiegato che approverà l’uso del vaccino russo Sputnik V, senza aspettare il parere dell’European Medicines Agency (Ema). “Abbiamo fatto molti, troppi errori”, ha detto lo stesso primo ministro, cercando di spiegare i motivi di questa situazione e annunciando, allo stesso, misure severe per combattere i contagi, con scuole chiuse ed il divieto di uscire se non per motivi strettamente necessari, ma lasciando le fabbriche aperte, per non gravare sull’economia del Paese.

Gli errori del governo ceco

Tra gli errori emersi nella gestione dei contagi, la Repubblica Ceca sembra aver pagato la scelta, risalente alla fine dello scorso agosto, di non reintrodurre l’obbligo di indossare le mascherine, quanto meno nei luoghi pubblici chiusi. E le stesse non sono state rese obbligatorie nemmeno a settembre 2020, quando le autorità locali avevano deciso di riaprire le scuole. Poi le riaperture sotto Natale e, all’inizio di gennaio di quest’anno con la variante inglese che stava cominciando a diffondersi, l’assenza di restrizioni particolarmente stringenti. Con il sequenziamento del virus da parte dei laboratori locali, per identificarne il ceppo, iniziato troppo tardi.

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