Covid, Antonelli (Cts) a Sky TG24: virus circola enormemente, Rt sopra 1 in dieci regioni

Cronaca

Il direttore del reparto di anestesia e rianimazione al Policlinico Gemelli di Roma, nonché membro del Comitato tecnico scientifico, ha parlato della situazione coronavirus in Italia: “In alcune regioni superata la soglia critica del 30% dei ricoverati in terapia intensiva, cala l’età media dei ricoverati ma segnali positivi dai vaccini”

“In questo momento abbiamo un Rt, cioè un indice di diffusione del virus che è a 0.99, ma in 10 regioni è sopra l’1 quindi vuol dire che il virus circola enormemente”. Queste le parole di Massimo Antonelli, direttore del reparto di anestesia e rianimazione al Policlinico Gemelli di Roma, nonché membro del Comitato tecnico scientifico, a Sky TG24. “È importante inquadrare prima a livello nazionale quello che è emerso dall’ultima cabina di regia (del Comitato tecnico scientifico, ndr) e che è poi stato tradotto alla presidenza del Consiglio: l’incidenza settimanale, cioè il numero di casi per 100mila abitanti per sette giorni, è passato dai circa 135 di una settimana fa a 145”. Antonelli poi aggiunge: "Abbiamo cinque regioni che sono ad alto rischio e le province di Trento e Bolzano addirittura hanno più di 300 casi ogni 100mila abitanti" (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI).

“Cala l’età media dei ricoverati ma segnali positivi dai vaccini”

Secondo quanto riferito da Antonelli, "globalmente parlando abbiamo l’indice di occupazione dei posti letto in terapia intensiva che è intorno al 24%, quindi sotto la soglia critica, ma in realtà in alcune regioni è al di sopra del 30% e alcune di esse come l’Umbria o il Molise stanno adesso trasferendo malati presso altre regioni”. Per quanto riguarda le fasce colorate e l’età media dei ricoveri: “Ci sono senz’altro delle zone rosse chirurgiche e l’età media dei pazienti ricoverati in ambito ospedaliero è scesa, siamo intorno ai 44 anni, quindi pazienti più giovani”. Poi però sottolinea: “L’unico dato che credo sia positivo e che è interessante è che il trend dei casi positivi tra le persone ottuagenarie che sono state vaccinate e il personale sanitario è in deciso calo. Quindi se da un lato c’è una situazione complessa, dall’altro ci sono dei segnali incoraggianti proprio grazie all’utilizzo dei vaccini che speriamo si rendano disponibili il prima possibile”. 

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"La variante inglese prenderà il sopravvento"

Secondo Antonelli, l'Italia al momento è nel pieno della terza ondata: “In alcune regioni, se poi la si vuole definire seconda ondata con un ulteriore picco o terza ondata è solo una questione di definizioni, fatto sta che dimostra una circolazione e una presenza del virus importante”. “La variante inglese – ha spiegato - ormai prenderà il sopravento e comporterà inevitabilmente una maggiore circolazione e un aumento dei contagi. Se anche la maggior parte della popolazione che venisse contagiata avesse sintomi minori, tuttavia tenderebbe ad aumentare il numero di coloro che dovrebbero affacciarsi in ospedale, e in questo senso creare un impatto verso le strutture sanitarie”. 

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"Per le scuole applicare misure diversificate"

Per quanto riguarda le scuole, “il prof Miozzo, nostro coordinatore, è sempre stato favorevole, con il rispetto di protocolli rigidi e accurati, all’apertura delle scuole. Però è anche logico che si debba valutare con attenzione qual è l’evolversi della curva epidemiologica e con realismo, vedendo i dati, applicare misure diversificate a seconda della circolazione del virus. Il consiglio che abbiamo fornito come Cts - ha detto - è questo: va bene tenere le scuole aperte nelle zone gialle, ma bisogna vedere anche come circola il virus in queste zone, tenere presente che noi idealmente vorremmo arrivare al minor numero di casi per centomila abitanti nei sette giorni, ma se questo dato è molto alto bisogna prendere in considerazione l’eventualità, per zone specifiche, di comportamenti diversi, con maggiore didattica in remoto. Dipende dalla curva epidemiologica e dalle decisioni che, in ragione della circolazione del virus, possono valutare anche gli amministratori locali, la situazione non è identica in tutto il Paese”.  

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“Le varianti non sono più aggressive verso i giovani”

 “Le varianti non sono più aggressive” verso i giovani, ha spiegato ancora Antonelli, “ma in virtù di alcune loro caratteristiche c’è una circolazione maggiore, quindi vengono a essere interessate anche quelle fasce di età che precedentemente, durante la prima ondata, sono state colpite in modo più contenuto. Dire che questo si esprima in una maggiore gravità o aggressività è un’altra cosa”. 

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