Malattie oculari, le donne più a rischio rispetto agli uomini: ecco perché. Lo studio

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Una ricerca basata sugli esami oculari di oltre 14,5 milioni di pazienti statunitensi tra i 50 e i 99 anni ha evidenziato differenze significative tra uomini e donne nella perdita visiva. Dall’analisi è emerso che le donne presentano un rischio più elevato a tutti i livelli di riduzione della vista, dalle forme lievi fino a quelle più gravi

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Le donne corrono un rischio più alto di sviluppare malattie oculari, e in particolare retiniche, e presentano generalmente quadri clinici più severi rispetto agli uomini, con un tasso di cecità maggiore del 54%. È quanto emerso da un ampio studio osservazionale pubblicato su Ophthalmology Science e discusso in occasione del congresso internazionale FLORetina ICOOR in corso a Firenze, che ha anche cercato di indagare i possibili motivi alla base di questa differenza.

I dati emersi dallo studio 

 

La ricerca si è basata sugli esami oculari di oltre 14,5 milioni di pazienti statunitensi visitati nel 2018, di età compresa tra 50 e 99 anni. I dati, raccolti nel database Iris e confrontati con il censimento Usa 2018, hanno permesso di confrontare i tassi di prevalenza della perdita visiva tra uomini e donne. Come ha spiegato Stanislao Rizzo, presidente di FLORetina ICOOR, lo studio “ha evidenziato che, per qualsiasi livello di deficit, da lieve a moderato o grave, fino alla cecità, e per ogni patologia oculare associata, eccetto che per il distacco retinico, le donne presentano una maggiore probabilità di perdita della vista rispetto agli uomini”.

 

Prevalenza, incidenza e patologie più frequenti 

 

Anche considerando le differenze anagrafiche, dalla ricerca è emerso che il rischio di forme lievi e moderate di perdita visiva è circa del 30% superiore nelle donne rispetto agli uomini. Per la perdita visiva grave il divario sale al 35%, mentre la cecità risulta essere più comune del 54% nelle donne.  Le analisi hanno riscontrato che le donne, dopo la menopausa, hanno un rischio più alto del 32% di sviluppare degenerazione maculare e fori maculari, dell'8% di retinopatia diabetica, e del 10% di occlusioni vascolari retiniche. perdita visiva legata al distacco di retina, spesso associato a traumi, risulta invece meno frequente nelle donne (-30%).

 

Meccanismi e fattori di rischio

 

Le differenze osservate non si spiegano solo con la maggiore longevità femminile o con un più frequente ricorso alle visite oculistiche. Come spiegato dagli esperti, le ragioni esatte di queste disparità non sono del tutto chiare, ma potrebbero essere associate a una combinazione tra variazioni ormonali, differenze anatomiche e nella risposta immunitaria. La riduzione degli estrogeni in menopausa, per esempio, può aumentare il rischio di degenerazione maculare e retinopatia diabetica, mentre ormoni, gravidanza e contraccettivi possono influenzare anche le occlusioni venose retiniche, più frequenti nelle donne sotto i 55 anni.
Altre differenze riguardano la struttura della retina: uno studio recente ha dimostrato che gli uomini hanno una retina interna più spessa, mentre le donne hanno valori più sottili. Differenze sono state riscontrate anche nella composizione proteica della retina: gli studi indicano variazioni nel proteoma oculare, con 21 proteine espresse in modo diverso nella retina e 58 nell’epitelio pigmentato retinico. Queste differenze, secondo gli esperti, possono influire sui processi di attivazione, riparazione, morte e sopravvivenza cellulare.

 

Malattie autoimmuni e genere

 

Le donne presentano inoltre una maggiore incidenza di malattie autoimmuni. Per esempio, le uveiti associate a sarcoidosi, sclerosi multipla o lupus eritematoso, risultano più frequenti nelle donne, perché hanno una risposta immunitaria più reattiva che aumenta il rischio di malattie autoimmuni oculari. Le uveiti infettive e le forme associate sono invece più comuni negli uomini.

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