Lo ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, oltre che governatore dell’Emilia-Romagna, intervenendo nel corso di “Timeline”. “Laddove ci sono meno contagi si può avere una differenziazione. Bisogna usare il buon senso per dare ossigeno a settori in difficoltà”, ha spiegato
“Ci sono zone del Paese che stanno abbastanza bene, altre che invece sono diventate arancioni o rosse. Dobbiamo stare attenti all’evoluzione, ma dove le cose vanno bene bisogna valutare se alcune attività, come i cinema e i teatri, possono riaprire anche con una capienza ridotta”. Con queste parole, Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni oltre che governatore dell’Emilia-Romagna, ha commentato la strategia di contrasto alla pandemia in Italia, ospite su Sky TG24 di “Timeline”. Secondo Bonaccini, “laddove ci sono meno contagi si può avere una differenziazione. Bisogna usare il buon senso per dare ossigeno a settori in difficoltà. Se c’è una crescita in tutto il Paese, allora si abbia il coraggio di prendere decisioni che comportino restrizioni”, ha aggiunto. Ribadendo che, dove ci sono meno contagi e zone più tranquille, invece, si può pensare di aiutare quelle attività che sono colpite da “protocolli molto rigidi”.
L’incontro con Speranza e Gelmini
Bonaccini, poi, ha riferito di un incontro con i ministri Gelmini e Speranza. “Hanno appena iniziato, si fa fatica a giudicare eventuali cambi di passo. Ma abbiamo apprezzato l’incontro con la ministra Gelmini e il ministro Speranza, ci siamo presi la responsabilità di vederci nei prossimi giorni, perché scade il 5 marzo il Dpcm e ne va scritto uno nuovo”, ha sottolineato, commentando i primi giorni del Governo Draghi. “Abbiamo chiesto alcune cose: che le comunicazioni possano arrivare non 24 ore prima e speriamo che l’impegno si tramuti in realtà”, ha detto, mentre, nell’ottica dell’incontro sul nuovo Dpcm, ha precisato che verrà chiesto “di rivedere i 21 parametri, semplificare un po’ il quadro e provare a capire, in questa nuova fase, quale scenario si apra per l’Italia, nelle prossime settimane, per non vivere alla giornata”, ha aggiunto il governatore.
I cambi di colore delle zone
Le comunicazioni sui cambi di colore delle zone, ha ribadito Bonaccini, “devono arrivare prima. Non con sole 24 ore di preavviso. La vicenda della chiusura degli impianti sciistici è un caso limite, ma anche passare da arancione a rosso o giallo, per chi porta avanti attività economiche è un problema saperlo poche ore prima. Basterebbe qualche giorno di preavviso”, ha spiegato dal suo punto di vista.
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L’operato del commissario Arcuri
Il presidente della Conferenza delle Regioni, poi, ha commentato anche l’operato del commissario per l’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri. Deve rimanere in carica? “Non è una scelta che compete a me. Vorrei che in questo Paese ognuno di noi stesse al proprio posto ed evitasse di occuparsi dei problemi degli altri. Noi con il commissario Arcuri abbiamo lavorato molto correttamente. C’è stato un lavoro costante e continuo”, ha detto.
Vaccini, “recuperare le risorse tagliate”
“Le multinazionali che producono vaccini hanno avuto risorse pubbliche, hanno scritto contratti e non stanno mandando le forniture che avevano accettato di distribuire, noi vogliamo che vengano recuperate le forniture che sono state tagliate”, ha poi concluso Bonaccini, a proposito della campagna vaccinale. “Noi facciamo un decimo dei vaccini che potremmo fare perché mancano le dosi. Per AstraZeneca abbiamo atteso di fare accordo con i medici di base che li faranno a tutto il personale scolastico. Nel giro di poche settimane faremo tutto quello che serve, non c’è nessuno ritardo, ma solo l’attesa per capire come muoversi”, ha spiegato.