Tumori infantili, individuata la radice dei neuroblastomi

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Si tratta dei simpaticoblasti, un particolare tipo di cellule embrionali che potrebbero essere indicate come possibili bersagli farmacologici di nuove terapie. Ad identificarli i ricercatori del Wellcome Sanger Institute, del Great Ormond Street Hospital (Gosh) e del Princess Máxima Center for Pediatric Oncology. Si tratta, come spiegato dagli studiosi, di “un passo importante verso la comprensione di come si sviluppi la malattia” e di come sia possibile trattarla

Un recente studio, che ha coinvolto ricercatori del Wellcome Sanger Institute, del Great Ormond Street Hospital (Gosh) e del Princess Máxima Center for Pediatric Oncology, è riuscito ad individuare un nuovo segreto legato al neuroblastoma, un raro tipo di tumore maligno che colpisce soprattutto i neonati e i bambini piccoli, al di sotto dei 10 anni. Secondo gli studiosi, infatti, tutte le sue forme derivano dai simpaticoblasti, un particolare tipo di cellule embrionali.

Possibili bersagli farmacologici di nuove terapie

Secondo gli esperti, dunque, potrebbero essere proprio queste specifiche cellule i possibili bersagli farmacologici di nuove terapie. Nello studio, pubblicato sulla rivista “Science Advances”, il team di ricercatori ha cercato di analizzare più approfonditamente i motivi per cui i neuroblastomi riescano a variare in quanto a gravità, con alcuni tumori che si presentano maggiormente facili da trattare e altri che invece risultano più complessi e con tassi di sopravvivenza, a cinque anni dalla diagnosi, relativamente bassi. Nello specifico, gli studiosi hanno analizzato l'espressione genica di 19.723 cellule tumorali e le hanno confrontate con 57.972 cellule surrenali dello sviluppo. "Ciò che più colpisce dei nostri risultati è che, nonostante la grande diversità del comportamento clinico del neuroblastoma, esiste una cellula-tipo di neuroblastoma globale che si trova in tutti i pazienti”, ha spiegato Jan Molenaar, autore senior dello studio.  “L'identificazione dei simpaticoblasti come radice di tutti i neuroblastomi è un passo importante verso la comprensione di come si sviluppa la malattia e, si spera, anche di come possiamo trattarla", ha sottolineato ancora. Secondo Karin Straathof, altro autore della ricerca, "il neuroblastoma è un cancro insolito in quanto alcuni tumori si risolvono senza intervento, ma la malattia ha ancora uno dei tassi di sopravvivenza a cinque anni più bassi di qualsiasi altro cancro infantile".

Cos’è il neuroblastoma

Il neuroblastoma, come spiega anche un articolo diffuso sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) è, fra i vari tumori solidi dell'infanzia e dopo quelli che interessano il sistema nervoso centrale, il più diffuso (8%), con un'incidenza pari a 10 casi per milione ogni anno. Si tratta di un tumore che ha origine dalle cellule del sistema nervoso autonomo, ovvero quell'insieme di strutture che controlla alcune funzioni involontarie tra cui il battito cardiaco, la respirazione o la digestione. In particolare, spiegano gli esperti, all’interno del termine neuroblastoma, "neuro" indica che il tumore si sviluppa nei nervi e "blastoma" che vengono coinvolte cellule immature o in via di sviluppo. Infatti, sottolinea l’Iss, “questo tumore si sviluppa da cellule nervose molto primitive presenti nell'embrione e nel feto, dette neuroblasti. I neuroblasti si trovano in tutto l'organismo e di conseguenza il tumore può svilupparsi in diverse aree del corpo”. Di solito, questo tipo di tumore si diffonde in una delle ghiandole surrenali situate sopra i reni, o nel tessuto nervoso localizzato ai lati del midollo spinale nella regione del collo, del torace, della pancia o del bacino. Ed esita la possibilità che le cellule tumorali possano diffondersi anche ad altri organi, come il midollo osseo, le ossa, i linfonodi, il fegato e la pelle.

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