Neuroblastoma, individuato un recettore che separa le cellule tumorali
Salute e BenessereSi tratta di una proteina, chiamata β3-adrenergico (β3-AR), in grado di regolare il differenziamento del tumore. Questa scoperta potrebbe rappresentare un punto di svolta nella lotta alla neoplasia
Il neuroblastoma è un tumore neuroendocrino maligno che si sviluppa nei bambini di età inferiore ai cinque anni. I risultati di una nuova ricerca, coordinata da Maura Calvani, biologa del laboratorio di Oncoematologia Pediatrica dell'ospedale Meyer, potrebbero rappresentare un punto di svolta nella lotta a questa neoplasia. Lo studio, pubblicato sulle pagine della rivista scientifica internazionale Oncogene, ha permesso di individuare un recettore che regola il grado di differenziamento delle cellule tumorali e promette importanti risvolti terapeutici per le forme più aggressive. Si tratta di una proteina, chiamata β3-adrenergico (β3-AR), in grado di regolare il differenziamento del neuroblastoma. Per definire il suo meccanismo, Maura Calvani ha collaborato con Francesca Cencetti, docente di Biochimica del Dipartimento di Scienze Biomediche Sperimentali e Cliniche dell’Università degli Studi di Firenze, e col team di ricerca coordinato da Paola Bruni, docente di chimica dell’ateneo fiorentino.
Il ruolo del recettore β3-AR
In un comunicato stampa, gli autori dello studio spiegano che i risultati ottenuti potrebbero aprire le porte a nuove prospettive terapeutiche per la cura del neuroblastoma. Il recettore β3-AR era già noto agli esperti perché implicato nella retinopatia del prematuro. Nel corso di alcune ricerche condotte in passato dalla terapia intensiva neonatale dell’ospedale Meyer e dal Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa è stato ipotizzato anche un possibile ruolo della proteina nella vascolarizzazione tumorale. Gli studi svolti dai ricercatori del Laboratorio di Ricerca di Oncoematologia Pediatrica dell'Ospedale Pediatrico Meyer, coordinati da Claudio Favre, hanno permesso di legare definitivamente il recettore ai meccanismi molecolari del cancro. Gli esperti, infatti, hanno dimostrato che β3-AR gioca un ruolo nell’adattamento metabolico del tumore e nell’induzione della immuno-tolleranza tumorale.
La lotta al neuroblastoma
Anche se per le forme di neuroblastoma a basso rischio esistono delle terapie efficaci, lo stesso non vale sempre per le forme meno differenziate. La scoperta dell’ospedale Meyer e dell’Università di Firenze potrebbe aiutare a curare proprio questa seconda tipologia di tumori. I ricercatori hanno dimostrato che utilizzando delle specifiche molecole per bloccare l’attività del recettore β3-adrenergico, in grado di mantenere le cellule tumorali in uno stato indifferenziato attivando la sintesi e l’azione del lipide bioattivo sfingosina 1-fosfato, è possibile ridurre la crescita tumorale.