Lo ha sottolineato il consulente scientifico del ministro della Salute. “Non si tratta di riscriverlo, perché quei cardini fondamentali del piano elaborato dal ministero della Salute, rimangono tutti validi e sono gli stessi che hanno, per esempio, portato al successo il piano vaccinale israeliano o quello inglese e che adesso ispirano il Governo americano”, ha spiegato Ricciardi
Un importante incontro, quello odierno che si svolgerà tra il Governo e le Regioni, è in programma per discutere ed approfondire i dettagli del piano vaccinale anti-Covid, riguardante il nostro Paese. Ma il piano potrebbe essere riscritto, anche in virtù della carenza di dosi? A fare chiarezza, intervenendo a Sky TG24, è Walter Ricciardi, consulente scientifico del ministro della Salute, secondo cui “non si tratta di riscriverlo, perché quei cardini fondamentali del piano elaborato dal ministero della Salute e dal gruppo di lavoro da esso coordinato, rimangono tutti validi e sono gli stessi che hanno, per esempio, portato al successo il piano vaccinale israeliano o quello inglese e che adesso ispirano il Governo americano”, ha spiegato Ricciardi.
Vaccinare “maggior numero di italiani”
Obiettivo principale del piano, ha continuato Ricciardi, quello di “vaccinare quanto prima possibile il numero maggiore di italiani, ma ovviamente, data la scarsità di vaccini, partendo o da quelli più importanti, perché proteggendo sé stessi proteggono gli altri, come gli operatori sanitari, o perché sono vulnerabili, cioè gli ultra ottantenni”. Dopo, però, “bisogna vaccinare tutti quanti gli altri”, ha continuato il consulente del ministro Speranza. “Da marzo o aprile in poi scatterà una seconda fase che non è neanche lontanamente paragonabile a quella attuale che è relativamente facile, perché vaccinare 250mila italiani al giorno, sette giorni alla settimana, 24 ore al giorno, questo si tratterà di fare, è un’altra cosa”, ha sottolineato.
Un coordinamento nazionale
“Serve un coordinamento nazionale, perché altrimenti le persone non sanno dove andare a vaccinarsi”, ha ribadito ancora Ricciardi. “Anche in questa fase, per esempio gli ottantenni, stiamo vedendo che alcune Regioni hanno attivato dei sistemi informativi, altre non lo stanno facendo. Gli anziani non sanno dove andare: ci vuole una struttura che dia chiaramente risposte, chiare e semplici, su tutto il Paese, a tutti i cittadini di tutte le fasce d’età”, ha continuato. “E’ tutta la popolazione che deve essere vaccinata”, ha commentato Ricciardi.
Il caso di Israele
“C’è bisogno di uno sforzo come quello che ci ha fatto vedere Israele, che non ha creato strutture nuove, ma ha utilizzato tutte quelle esistenti e immediatamente disponibili, a partire dai grandi spazi”, ha detto ancora l’esperto, citando il caso di Israele, uno dei Paesi al mondo che attualmente ha vaccinato più persone, in rapporto alla popolazione. “Israele ha diffuso la vaccinazione su tutto il territorio nazionale, loro hanno le mutue e non il Servizio Sanitario Nazionale, ma le hanno mobilitate in maniera importantissima e hanno coinvolto tutti i professionisti, sia quelli in servizio sia i volontari e anche i pensionati. E, in men che non si dica, hanno vaccinato il 30% della popolazione”, ha spiegato. “Noi oggi siamo all’1% e siamo messi bene, rispetto ad altri Paesi ma chiaramente, per arrivare a quelle percentuali, bisogna fare un salto di qualità”.
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Cosa aspettarsi
Cosa aspettarsi nei prossimi mesi, per quanto riguarda il piano vaccinale? "Sono più propenso ad identificare la cifra della presidente Von der Leyen, come possibile", ha detto Ricciardi, in riferimento alle parole della presidente della Commissione europea che, in un'intervista ad un gruppo ristretto di quotidiani internazionali, tra cui Repubblica, ha difeso l'esecutivo Ue e ha confermato l'obiettivo di immunizzare il 70% della popolazione adulta in Europa entro l'estate. "Quello che succederà è che da aprile in poi noi i vaccini ce li avremo. In questo momento c'è stato un problema di ritardo produttivo, ma man mano, sia le stesse aziende che li producono sia per trasferimento tecnologico per farli produrre ad altri, noi vaccini ne avremo. E soprattutto nella seconda parte dell'anno", ha spiegato.
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La scelta del vaccino
Sarà possibile, per i pazienti, scegliere a quale vaccino anti-Covid affidarsi? Ricciardi ha affrontato il tema, spiegando che "la scienza, e questo è sempre stato così, sa quale è il vaccino migliore per quella fascia di popolazione. Lo facciamo già per l'influenza. Il vaccino anti influenzale di un certo tipo viene dato ai giovani, Quello invece di un altro tipo viene dato agli anziani", ha sottolineato. "Questo tipo di scelte non le possono fare i cittadini perché non hanno gli strumenti per distinguere tra vaccino adiuvato, vaccino genetico o vaccino adenovirale. Per cui è opportuno che anche in questo caso ci sia una linea guida nazionale, che venga ben spiegata ai cittadini", ha detto l'esperto.