
Smart working, stress, troppa tecnologia e lavoro fuori orario: cos’è l'online fatigue
L’indagine dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano sull’esperienza dei docenti dopo 9 mesi di attività da remoto: il 55% segnala una profonda sensazione di interferenza tra vita privata e lavorativa e il 67% ritiene che le tecnologie abbiano invaso la sfera personale. Il 50% dichiara di trascorrere in media più di quattro ore al giorno su piattaforme di comunicazione. Ma a parte la fatica, l’84% continua a sentirsi orgoglioso della propria professione

Sintomi psicosomatici, assenza di tempo libero, scarsa qualità di vita ed estensione illimitata dell'orario lavorativo quotidiano, oltre a una profonda sensazione di interferenza tra vita privata e vita lavorativa. Sono le conseguenze dello smart working o, più precisamente, gli effetti dell’online fatigue
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È quanto emerge dai risultati di un'indagine condotta da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Psicologia e del Dipartimento di Scienze Statistiche dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano - Serena Barello, Andrea Bonanomi, Federica Facchin e Daniela Villani
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Lo studio ha tracciato un bilancio dell'esperienza dei docenti universitari italiani dopo nove mesi di lavoro prevalentemente da remoto e dell'impatto di tale esperienza sulla loro vita personale
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Due intervistati su tre avvertono una profonda invasione delle tecnologie nelle proprie vite, con un utilizzo superiore alle sei ore al giorno per la maggioranza del campione, inclusi i weekend e i giorni di festa, o in orario extra-lavorativo
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Inoltre, un intervistato su due dichiara di trascorrere in media più di quattro ore al giorno su piattaforme di comunicazione (come Zoom, Skype, Teams…)
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Fra i dati colpisce la profonda sensazione di interferenza tra vita privata e vita lavorativa riportata dalla maggioranza degli intervistati (55%)

Secondo la ricerca, nell'ultimo mese il 65% degli accademici si è dedicato al lavoro anche in orari o giornate non lavorative

Il 67% ha percepito che la propria vita personale è stata invasa dalle tecnologie utilizzate per lavoro, e tale percentuale supera l'80% tra chi trascorre più di otto ore al giorno online
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Tuttavia, nonostante la fatica, la maggioranza dei partecipanti continua a sentirsi orgogliosa del proprio lavoro (84%)
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Il 73% continua anche a considerare il lavoro ricco di significati e di obiettivi, evidenziando alti livelli di coinvolgimento, dedizione e resilienza

Queste prime evidenze però chiedono attenzione da parte delle istituzioni

Secondo Andrea Bonanomi, responsabile della ricerca, "è necessario che le istituzioni si facciano carico di iniziative volte a promuovere una corretta igiene del lavoro”

Serve una sensibilizzazione “in merito ai rischi connessi all'applicazione intensiva del remote working, sempre meno smart e sempre più home-working”

Sensibilizzazione, spiega Bonanomi, raggiungibile “identificando le opportune misure di prevenzione e trattamento della online fatigue"