Lo ha detto, intervenendo nel corso di "Buongiorno", il membro del Committee for Medicinal Products for Human Use dell’European Medicines Agency (Ema), parlando dei ritardi nella consegna dei vaccini annunciato di recente da Pfizer
“Se stiamo parlando di un ritardo qualche giorno, una o due settimane, non c'è nessun problema. Converrebbe mantenere fisso l'intervallo, anche per un motivo organizzativo, ma se dovesse succedere che qualcuno deve ritardare, non avrà nessun problema, questo lo sappiamo dai dati”. A sottolinearlo, nel corso della trasmissione “Buongiorno”, su Sky TG24, è stato Armando Genazzani, membro del Committee for Medicinal Products for Human Use dell’European Medicines Agency (Ema), parlando dei ritardi nella consegna dei vaccini annunciato di recente da Pfizer. (Covid-19, il vaccino in Italia e nel mondo: DATI E GRAFICI)
Una finestra temporale dai 21 ai 42 giorni
Secondo Genazzani, “i dati dimostrano che ci si può vaccinare in una finestra temporale che va dai 21 ai 42 giorni. Il commissario Arcuri ha detto che non vi saranno ritardi, in ogni caso, nel richiamo. Non sarà una settimana con un numero inferiore di vaccini che cambierà la situazione, ma più siamo veloci nel vaccinare, meno diamo la possibilità alle varianti di circolare e dare terreno al virus”, ha poi aggiunto.
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Comportamenti corretti per evitare la terza ondata
“Non saremo in grado di vaccinare un numero sufficiente di persone per avere un’immunità di gregge in questo periodo, dipenderà molto dalla nostra capacità di mantenere comportamenti corretti, con mascherina e distanziamento”, ha poi aggiunto ancora il membro dell’Ema, chiarendo il tema a proposito della capacità del vaccino di impedire lo sviluppo di una terza ondata nella diffusione del virus. “In questa prima fase, quello che riusciremo a fare sarà ridurre la quantità di casi gravi, poiché vacciniamo le persone più a rischio. Strada facendo ridurremo le morti, gli accessi in rianimazione. Nei prossimi due mesi dovremo cercare di fare questo”.
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Il vaccino di AstraZeneca
A proposito del vaccino prodotto e sviluppato invece da AstraZeneca, in attesa dell’approvazione del dovrebbe arrivare da parte dell’Ema entro il 29 gennaio, Genazzani ha confermato che “per i primi due vaccini, quando abbiamo dato una data siamo riusciti a mantenerla o ad anticiparla. Dipende da quello che diranno i dati, ci si muove con cautela per salvaguardare la salute pubblica”. Gli esperti, ha confermato, stanno valutando i dati, “calendarizzando un serie di riunioni, c’è un lavoro intenso per riuscire arrivare in quella settimana. Credo che ce la faremo, dipenderà molto dai dati, da quanto potremo immaginare che il vaccino sia efficace e sicuro”, ha rassicurato. “Uno sviluppo veloce dei vaccini può portare a dei problemi, quello di AstraZeneca in particolare ha il problema che bisogna valutare il fatto che alcuni pazienti sono stati trattati con una dose diversa da quella autorizzata, ci sono tre diversi studi da mettere insieme. Poi bisogna valutare la produzione, sono tante le cose da vedere per mettere il timbro di efficacia e sicurezza”, ha poi aggiunto.
Il punto sugli altri sieri anti-Covid
Il mebro dell’Ema, poi, ha fatto il punto sugli altri sieri anti-Covid. “Sul vaccino Johnson&Johnson abbiamo un dossier che ha cominciato ed essere sottomesso, ne arriveranno altri perché ci sono almeno 40 vaccini che hanno iniziato la sperimentazione clinica nel mondo”, ha detto. “Parliamo molto del vaccino russo Sputnik e del vaccino cinese Sinovac, che ha avuto un’autorizzazione d’emergenza anche in Brasile. Se sottometteranno il dossier non avremo preclusioni: il vaccino non ha passaporto”, ha aggiunto Genazzani. “Efficacia e sicurezza non hanno confini, chiunque sviluppi un vaccino efficace e sicuro e abbia una capacità produttiva per poterlo condividere con i cittadini europei è benvenuto”.