Lo ha detto al “Corriere della Sera” il celebre giornalista e divulgatore scientifico, in occasione del suo 92esimo compleanno. Ripercorrendo un anno “durissimo” a causa della pandemia e parlando, tra gli altri temi, oltre che di negazionisti, anche di riapertura delle scuole e futuro dopo l’emergenza sanitaria
Nato a Torino il 22 dicembre 1928, Piero Angela ha festeggiato proprio ieri il traguardo dei 92 anni, approfittandone per concedere anche una lunga intervista al “Corriere della Sera”. Tra i temi toccati dal celebre divulgatore scientifico, giornalista e conduttore televisivo, c’è stato spazio, inevitabilmente, per la questione coronavirus. I negazionisti? “Non so se sia utile trattarli come somari e chiuderla lì”, ha commentato. “Meglio cercare di convincerli, insistere fino in fondo. In ogni caso, chiaro, più di tanto non si può fare”, ha poi aggiunto. “Attento, se ti butti dalla finestra rischi di farti male. Molto male. Dopodiché, se proprio non vuoi sentir ragioni, che ti devo dire? Buttati. Purché tu non coinvolga gli altri.... In ogni caso di questi tempi resterà una traccia storica”, ha detto ancora.
Un anno “durissimo”
Proprio la pandemia e l’emergenza sanitaria hanno segnato profondamente il 2020. L’anno peggiore di sempre, il peggiore della vita di Piero Angela? “Mah... Sono sempre stato abituato ad accettare le cose come vengono. Ricordo che il grande Edoardo Amaldi, che era piacentino, ripeteva sempre un vecchio detto: ‘A Piacenza quello che non c’è si fa senza’. L’ho sempre pensata così. Vale per Piacenza, Milano, Torino, ovunque... Anche il 1944, ricordo, fu durissimo. Un inverno gelido. Si andava a letto con lo scaldino di terracotta. Le lenzuola erano bagnate per il gelo. C’era la guerra…”, ha ricordato il divulgatore, indicando come momento più significativo di un anno definito comunque “durissimo”, i “camion che portavano via i morti a Bergamo...”.
Le scuole e il futuro dopo l’emergenza sanitaria
Tra i temi trattati nell’intervista concessa a Gian Antonio Stella, anche quello legato alla riapertura delle scuole, dopo lo stop imposto dalla diffusione dei contagi in questi mesi. “Lascio decidere a chi sa. A chi ha i dati. Agli scienziati”, ha sottolineato Angela, che poi ha risposto ad un quesito che riguarda tutti: tornerà tutto come prima? “Come prima no, non credo. Secondo me molte cose sono state capite. I rapporti degli scienziati, ad esempio, non finiscono più direttamente nei cassetti”, ha detto. “Il sollievo per la scoperta e la messa a punto del vaccino, atteso per mesi e mesi con un’ansia crescente, può far capire a tutti che se investi sulla ricerca i risultati si vedono. La stessa accelerazione sul digitale e sul web lascerà una traccia per il futuro. Io stesso, alla mia età, ho preparato programmi televisivi da casa mia. Tutte cose che resteranno”, ha aggiunto il divulgatore.