Coronavirus, in Svezia i casi raddoppiano. I medici: “Divieti ignorati”

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“Abbiamo questo 20-40% di persone che non ascolta affatto le raccomandazioni” spiegano alcuni esperti chiamati in causa dal Telegraph. E la curva non scende nonostante le nuove restrizioni

La curva dei contagi da Covid-19 “sta rapidamente andando nella direzione sbagliata", ha dichiarato il primo ministro della Svezia, Stefan Lofven, all'inizio della scorsa settimana. "Ci sono nuovi positivi, altri stanno morendo. È una situazione molto grave". “Un paziente su cinque nelle terapie intensive è affetto dal coronavirus” ha aggiunto il ministro della Salute Lena Hallengren. Per questo nei giorni scorsi sono state emanate misure più ristrettive nei confronti degli abitanti. Una parte, non certo la maggioranza, di questi secondo alcuni medici intervistati dal Telegraph – come riporta il Messaggero – non starebbe seguendo le raccomandazioni del governo e ciò ha contribuito ad acuire la gravità della situazione.

La situazione

La Svezia è salita alle cronache nel corso della prima ondata per aver evitato il lockdown. In questi giorni, invece, per i casi record (oltre 146 mila quelli totali) nonostante le restrizioni. Nelle ultime due settimane i contagiati dal coronavirus nel Paese sono raddoppiati e, scrive il Messaggero, nonostante quattro grandi Regioni, incluse quelle che comprendono le città di Stoccolma, Göteborg e Malmo, siano state inserite nei divieti la curva del contagio non accenna a calare. Le nuove limitazioni – alcune simili a quelle italiane – esortano gli svedesi a evitare i centri commerciali, i musei, le biblioteche, palestre e centri benessere. Ma anche a prediligere lo smart working, non affollare i mezzi di trasporto e non incontrare persone al di fuori del proprio nucleo familiare.

 

C’è chi non rispetta le regole

Fredrik Sund, direttore della clinica per le malattie infettive di Uppsala, ha chiesto un lockdown per raffreddare la circa della pandemia: “Dobbiamo introdurre restrizioni più severe che sono garantite dalla legge, dobbiamo fare qualcosa subito” ha dichiarato. Il suo collega Johan Nöjd, intervistato dal Telegraph ha attribuito una parte di responsabilità anche ai cittadini: “Non hanno seguito due delle principali raccomandazioni del governo: evitare trasporti pubblici non necessari ed evitare il contatto fisico con persone esterne alla propria famiglia” ha spiegato. “Forse più del 50% sta ascoltando molto attentamente i consigli che sente, ma poi abbiamo questo 20-40% che non ascolta affatto le raccomandazioni”.

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