Il 24 ottobre si celebra la Giornata mondiale della poliomielite

Salute e Benessere

Descritta nel 1789 e segnalata per la prima volta in forma epidemica nell’Europa di inizio XIX secolo e poco dopo negli Stati Uniti, la poliomielite è una patologia infettiva, determinata da un virus che colpisce il sistema nervoso. Dopo la recente dichiarazione che ha segnalato l’Africa come continente polio-free, restano alcune roccaforti. E l’unica via, per combattere la malattia, “è la prevenzione tramite vaccinazione”, spiega il Ministero della Salute

Si celebra oggi, 24 ottobre, la Giornata mondiale della poliomielite, una patologia infettiva, acuta, molto contagiosa e determinata da un virus (il cosiddetto poliovirus) che colpisce il sistema nervoso colpendo le cellule neurali e provocando una paralisi che, solo nei casi più gravi, può riguardare tutto l’organismo. A segnalarlo è il Ministero della Salute, che in un comunicato spiega come fosse il 1988, quando l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha deciso di sposare il progetto globale denominato “Polio Eradication”, approvando una risoluzione specifica, per una malattia che a quel tempo “paralizzava dieci bambini ogni 15 minuti, in quasi tutti i paesi del mondo”. Ogni caso, comunque, poteva essere evitato grazie alla somministrazione di un vaccino anti-polio e, ad oggi, proprio in virtù delle diffuse campagne di vaccinazione e dei sistemi di sorveglianza, solo pochi casi sono segnalati in tutto il mondo.

L’Africa e le roccaforti dove la malattia resiste

La notizia relativamente recente in quest’ottica, è che dopo più di 30 anni di sforzi globali, l’Africa è stata finalmente dichiarata libera dalla poliomielite. Ad annunciarlo era stata lo scorso agosto la Commissione per la Certificazione Regionale dell’Africa, l’organismo indipendente internazionale a cui l’Oms aveva affidato nel 1998 il compito di supervisionare e verificare i lavori di eradicazione della malattia nei diversi Paesi africani. Tuttavia, nonostante la lotta alla poliomielite sia molto avanti, tre nazioni rimangono ancora endemiche, ovvero Afghanistan, Nigeria e Pakistan, dal momento che non hanno mai smesso di registrare casi di poliomielite. Tra l’altro proprio l’Afghanistan, insieme al Pakistan, non riescono a vincere la battaglia contro la polio, anche a causa degli effetti collaterali causati dalla pandemia da Covid-19. A sottolinearlo, nella giornata del World Polio Day, sono i Centers for diseases control (Cdc) americani. In Afghanistan le campagne di vaccinazioni si sono femrate per cinque mesi, aggravando le barriere esistenti nell'accesso ai vaccini e aumentando il numero di bambini a rischio di ammalarsi. Tra gennaio e luglio 2020 sono stati segnalati 41 casi di poliovirus selvaggio contro i 15 dello stesso periodo del 2019, a cui c'è da aggiungere un recente focolaio di poliovirus di tipo 2 derivato dal vaccino con 69 casi nel 2020. Anche in Pakistan sono aumentati i casi di polio, così come quelli derivati da vaccino. In queste nazioni, hanno spiegato i Cdc, sarebbe “essenziale rafforzare la qualità dei dati e delle campagne e coinvolgere le comunità per ripristinare le attività sul campo”.

Le tipologie di poliomielite

Come spiega sempre il nostro Ministero della Salute, esistono tre forme di poliomielite paralitica: la forma spinale, quella più comune, che si caratterizza per una paralisi asimmetrica, che interessa principalmente le gambe. La forma bulbare, che causa debolezza muscolare nei muscoli che sono innervati dai nervi cranici e la forma bulbo-spinale, una combinazione delle prime due.  Gli esperti spiegano che la poliomielite era stata descritta per la prima volta nel 1789 e segnalata per la prima volta in forma epidemica nell’Europa di inizio XIX secolo e poco dopo negli Stati Uniti. In Italia, nel 1958, ne vennero notificati più di 8mila casi. Proprio nel nostro Paese, ricordano i medici, la vaccinazione antipolio è obbligatoria sin dal 1966 e l’ultimo caso endemico di poliomielite si è verificato parecchi anni fa, nel 1982. E nel 2002, l’Italia e tutta la Regione OMS Europa è stata definita “polio-free”.

L’importanza della prevenzione

Proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica è stata promossa la World Polio Day, anche per sottolineare che non esistono cure per la poliomielite, se non trattamenti sintomatici che possono solo in parte minimizzare gli effetti della malattia. “L’unica strada per evitare potenziali conseguenze è la prevenzione tramite vaccinazione”, spiega il Ministero. Per questo motivo, spiegano gli esperti, e a garanzia del mantenimento dello status di polio- free in tutti i Paesi in cui è stato raggiunto l’obiettivo, “i programmi di sorveglianza dovranno continuare fino all’eradicazione definitiva della poliomielite a livello mondiale”. Nel nostro Paese, a patire dal 1996, è attiva in questo senso una rete di sorveglianza curata proprio dal Ministero della salute, in collaborazione con l'Istituto superiore di sanità (ISS), considerata fondamentale secondo le linee guida dell’Oms per la certificazione dello stato di “polio-free”. Tutte le iniziative dedicate alla Giornata mondiale della poliomielite possono essere consultate sul sito endpolio.org

 

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