Coronavirus, Miozzo: “Folle riaprire stadi con più di 1.000 persone”

Salute e Benessere

Ne ha parlato il coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts) in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”. “Vanificare gli sforzi fatti finora sarebbe da incoscienti. Ricordiamoci che cosa è successo quest'estate con la riapertura delle discoteche", ha commentato l’esperto

Il calcio italiano, con l’avvio ufficiale della serie A, è tornato ad essere protagonista nel corso del weekend appena terminato. Con il blocco degli accessi ai tifosi, causa coronavirus, in gran parte degli stadi in cui si è giocato è stato però concesso l’ingresso limitato ai supporter (massimo 1.000 spettatori), rispettando rigidamente il protocollo anti Covid. E se da un lato c’è chi vorrebbe la riapertura totale al pubblico, c’è chi segnala preoccupazione per la ripresa dei grandi eventi, come il coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts), Agostino Miozzo: "A chi preme per riaprire gli stadi vorrei ricordare le conseguenze drammatiche che ha avuto Atalanta-Valencia del 19 febbraio scorso", ha spiegato in un'intervista concessa al quotidiano “Il Corriere della Sera”. "In questo momento abbiamo altre priorità, pensare di riempire gli spalti sarebbe una follia", ha sottolineato Miozzo, secondo cui "aprire con più di mille spettatori è in questo particolare momento impensabile".

Agostino Miozzo (Cts)
Agostino Miozzo (Cts) - ©Ansa

Miozzo: “Vanificare gli sforzi sarebbe da incoscienti”

L’ansia e la preoccupazione per la riapertura degli stadi, tra l’altro, riguarda anche altri Paesi europei. “Qualcuno come la Germania ha fissato una capienza massima al 20% ma si riserva una nuova valutazione, altri hanno un approccio variabile ma tendenzialmente riduttivo e con grande prudenza. La curva epidemica sale ovunque e bisogna comportarsi di conseguenza”, ha rilevato Miozzo. Vanificare gli sforzi già fatti per evitare i contagi, secondo il membro del Cts, sarebbe pericoloso. Il ministro della Salute Roberto Speranza, che al momento è contrario ad una riapertura totale degli stadi, "conosce perfettamente la situazione, ha ben chiari i rischi. Vanificare gli sforzi fatti finora sarebbe da incoscienti. Ricordiamoci che cosa è successo quest'estate con la riapertura delle discoteche".

Scuola, curva dei contagi e ritorno alla normalità

Gli stadi chiusi comportano anche un danno economico. "Lo so bene, infatti il mio è un discorso da tecnico della Salute e di Protezione civile, poi deve essere la politica a decidere”, sottolinea Miozzo, che sposta l’attenzione su un altro tema. “La priorità assoluta, quantomeno per noi tecnici, è la scuola. Non possiamo permetterci di tornare alle lezioni a distanza". Per l’esperto "è ancora troppo presto per dire che l'aumento dei contagi dipende dalla ripartenza della scuola”, sebbene confermi che “avremo una risalita della curva”, con l'età media dei positivi che si alzerà di nuovo “perché i contagi stanno aumentando nelle famiglie”, con i ragazzi che hanno contatti con genitori e nonni. Per quanto concerne una diagnosi rapida di Covid, Miozzo poi spiega che si sta lavorando “per dare a medici di base e pediatri test veloci validati per non dover aspettare quattro o cinque giorni”. E a proposito di un nuovo lockdown, il coordinatore del Cts spiega che “ci potranno essere nuove zone rosse, ma la situazione negli ospedali e nelle terapie intensive è al momento ancora sotto controllo". A quando un pieno ritorno alla normalità? "Se la sperimentazione del vaccino non subirà altre frenate, se tutto va bene nella primavera del 2021 cominceremo a ragionare sul ritorno alla normalità", ha detto poi infine Miozzo.

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