Vaccino anti Covid-19, Vaia a Sky TG24: "Forse a primavera quello tutto italiano"

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Lo ha annunciato a Timeline il direttore sanitario dell'ospedale Spallanzani, che a fine ottobre spera di raccogliere i dati della fase uno. In vista del rientro a scuola è invece necessario "aumentare il numero degli autobus"

In diretta a Timeline, su Sky TG24, il direttore sanitario dell'ospedale Spallanzani di Roma Francesco Vaia ha parlato del rientro a scuola degli studenti e del vaccino italiano contro il coronavirus, che attualmente si trova alla fase uno della sperimentazione.

Gli aggiornamenti sul vaccino italiano

 

Vaia ha spiegato a Sky TG 24 che per il vaccino anti Covid-19 italiano è iniziata la fase uno, quella “della immunogenicità, cioè quella in cui la dose inoculata all’interno dell’organismo deve determinare la produzione di anticorpi cosiddetti neutralizzanti che sono in grado di bloccare la replicabilità del virus”. Fino ad oggi non c’è stata nessuna reazione avversa dichiara il direttore sanitario dell'ospedale romano, che entro fine ottobre spera di raccogliere i dati di questi test. “Poi – prosegue - scatteranno le fasi due e tre e, se tutto va bene e senza correre, ci auguriamo in primavera di poter cominciare ad avere la formula per andare in commercializzazione di un vaccino tutto italiano”.

A lab technician sorts blood samples for COVID-19 vaccination study at the Research Centers of America in Hollywood, Florida on August 13, 2020. (Photo by CHANDAN KHANNA / AFP) (Photo by CHANDAN KHANNA/AFP via Getty Images)

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Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Ospedale Spallanzani - ©Ansa

Aumentare il numero degli autobus

 

Sul tema del rientro a scuola, secondo Vaia è necessario aumentare il numero dei mezzi. “Non possiamo agire sempre a valle: siccome abbiamo pochi pullman allora mettiamo la capienza all’80%. Per me la politica giusta – commenta - non è mettere tanti ragazzi insieme, l’80% è come se fosse il 100%, ma è aumentare la dotazione dei mezzi di trasporto per i bambini e tenerli distanziati anche sugli autobus. Non significa niente se sono cinque o dieci minuti”. “Il limite di quindici minuti è una convenzione – aggiunge il direttore sanitario dello Spallanzani - perché posso essere colpito dal droplet di un contagiato anche dopo un minuto”.

Sulla quarantena devono decidere i medici

 

Sulla riduzione dei giorni di quarantena Francesco Vaia sostiene che “dobbiamo farci orientare molto dalla clinica, cioè la clinica ci deve dire se c’è o meno l’esigenza”. “Si tratta di assumere un atteggiamento prudenziale – va avanti l’esperto ospite a Sky TG24 - Comprendo che chi governa deve pensare all’intero sistema Paese quindi anche l’economia. Questa preoccupazione è giusta, però si deve conciliare con l’esigenza prioritaria della salvaguardia della salute dei cittadini”. Secondo Vaia deve essere il medico a visitare il paziente e nel caso in cui decida che sono sufficienti dieci giorni di quarantena “deve assumersi la responsabilità di volta in volta”. “Deve essere un atto medico e non un atto burocratico” ribadisce.

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