Lo ha detto il direttore del dipartimento di Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, nel corso di un dibattito televisivo. E ha parlato anche dell’applicazione delle regole per il contenimento dei contagi e di movida
Riuscire a ottenere la protezione della popolazione, grazie all’ausilio del vaccino contro il Covid-19, non sarà semplice. A sottolinearlo, durante un intervento nella trasmissione “Agorà”, su Rai 3, è stato Massimo Galli, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano. "Per il vaccino ci sono diversi ottimi candidati. Se si troverà quello giusto e se avremo una buona copertura, potremo avere una protezione significativa e immunità di gregge", ha spiegato. Ma non si tratterà di un percorso breve. “Quando finalmente lo avremo, però, va prodotto in quantità sufficienti a coprire il fabbisogno della popolazione mondiale, poi bisogna distribuirlo e quindi somministrarlo. E, credetemi, non è semplice. Per questo va contenuto il problema con misure di precauzione e responsabilità", ha poi aggiunto Galli.
L’applicazione delle regole
"In molte situazioni, per troppa definizione delle regole si dà un durissimo colpo alla loro realizzabilità e il risultato è che diventa difficilissimo il rispetto di tutte le norme, così come sono previste", ha poi argomentato l’esperto, a proposito delle indicazioni delle autorità in merito alla ripresa. "Valgono più le valutazioni sulla salute delle persone che i plexiglass o i distanziamenti fatti con regole talvolta inapplicabili, che rendono difficile la vita delle persone", ha spiegato ancora Galli, facendo riferimento ad esempio alle regole per le riaperture dei centri anziani. "La limitazione nel gioco della carte mi fa ridere: basta mettere ad un tavolo più largo persone più distanziate e con la mascherina", ha detto l'infettivologo. "Piuttosto che cento limitazioni per l'apertura è utile capire se chi arriva in un centro sia tendenzialmente sano. In questo senso una scrematura importante di portatori dell'infezione potrebbe esser fatta", ha commentato.
La movida
Un altro tema trattato da Galli riguarda la movida che si è vista nelle strade di molte città italiane anche nel fine settimana appena trascorso. "E’ un comportamento che in determinate situazioni e condizioni diventa irresponsabile, non credo si possa definire diversamente. Far la parte del censore non è piacevole ma non è il momento di fare queste cose, oggettivamente. E lo dico senza nessun interesse, perché non ho mai preso una lira per i miei interventi", ha detto l’esperto, spiegando anche che "qualche focolaio collegato a comportamenti poco attenti lo abbiamo già avuto". Quindi, ecco un monito nei confronti dei cittadini. "Abbiamo la grande occasione di contenere il virus in un rischio sempre inferiore. Ma se le cose corrette non si fanno, possiamo trovarci di nuovo il problema addosso con tutte le sue caratteristiche peggiori".
Le accuse di diffondere panico
Infine Galli si è soffermato sulle accuse di una convergenza tra Governo e virologi per diffondere panico sanitario, definite dall’esperto “una strumentalizzazione". "Se qualcuno vuol strumentalizzare politicamente qualsiasi cosa, anche le giuste cautele, è libero di farlo. Ma quello che sta facendo si commenta da solo", ha concluso l’infettivologo.