Coronavirus, come difendersi dal contagio? Le risposte dell'esperta Roberta Villa. VIDEO
Salute e BenessereLa dottoressa Roberta Villa, ai microfoni di Sky tg24, interviene per fare chiarezza su alcuni dei più frequenti dubbi sul virus: dalla trasmissione della malattia fino alle differenze con l'influenza
Con l’emergenza legata al Covid-19, crescono sempre più anche le domande relative al contagio e a come poter evitare di contrarre la malattia. A chiarire alcuni punti, intervistata da Sky tg24, è la dottoressa Roberta Villa che ha risposto ad alcune delle domande più frequenti, per fare chiarezza (LA DIRETTA – LO SPECIALE – IL PROTOCOLLO SULLA SICUREZZA DEI LAVORATORI – LA SITUAZIONE IN ITALIA - FAQ).
Il virus è nell’aria?
Villa: “No il virus non è nell’aria. Quindi il rischio di contagiarci non deriva dal fatto che il virus possa circolare nell’aria. Il virus si trasmette attraverso delle goccioline di saliva, quindi la ragione di questa distanza da tenere, è la distanza di sicurezza per cui anche con un colpo di tosse è difficile che il virus possa raggiungere un’altra persona in una quantità sufficiente per contagiarla”.
È utile aprire le finestre in casa?
Villa: “Certo, è importane proprio perché nell’aria non c’è il virus. Non c’è una nube tossica o batteriologica, non ci sono radiazioni, più facciamo circolare l’aria, meglio è. Aggiungo anche che se qualcuno ha un terrazzo, un balcone o un giardino dove far giocare i bambini, non c’è ragione per non farlo, purché non si venga in contatto con altre persone”.
Posso fare una passeggiata?
Villa: “Chiariamo le cose: il decreto dice che sono consentite attività motorie all’aperto purché non in gruppo. Il commissario Borrelli però ha precisato che questo non è raccomandato. Secondo me dobbiamo entrare nella logica di non guardare al comportamento che ci provoca la multa, ma a quello che ci aiuta a superare questa situazione. Quindi il buonsenso dice: ‘tutti devono fare il possibile per stare il più possibile a casa’, ma se per qualcuno è importante farsi la corsa al mattino presto o in un’area dove non c’è nessuno, non è qualcosa che può compromettere l’efficacia di queste misure. L’importante è comunque mantenere sempre la distanza. Quindi, se in un’area isolata una persona vuole andare a fare una passeggiata, non succede niente. Ma l’importante è veramente cercare di restare in casa e ridurre il rischio per tutti di contatto tra le persone".
È possibile fare sport all’aperto quindi?
Villa: “A queste condizioni, cioè cercando il più possibile di evitare il contatto con le altre persone. E direi anche di evitarlo, perché ci espone al rischio di farci male: una banale distorsione o frattura significa caricare il pronto soccorso e il sistema sanitario. Quindi se uno proprio ha un attacco d’ansia e ha bisogno di fare due passi, va bene, ma l’importante è veramente evitare il più possibile di uscire e venire a contatto con le altre persone". (Il 20 marzo un'ordinanza ha vietato le attività all’aperto che non siano nei pressi di casa propria, ndr)
La corsa fa male?
Villa: “Si era parlato di questa cosa perché il paziente 1 era un maratoneta, allora volevamo capire come mai una persona cosi in buona salute, un atleta di 38 anni, potesse aver avuto una forma così grave della malattia. Ci sono degli studi che mostrano un eventuale leggero calo delle difese in chi si sottopone ad allenamenti strenui, ma io direi che non è la singola corsa che espone al rischio di questa malattia. Generalmente le persone giovani e sane sono a minor rischio, ma questo non vuol dire che il rischio sia 0”.
Quanto resiste il virus sulle superfici?
Villa: “Non è tanto quanto sopravvive, ma quanto rischio di essere contagiato se vengo a contatto con una superficie su cui si è posato il virus. E su questo non abbiamo nessun indizio che possa essere possibile dopo così tanto tempo, tendenzialmente il rischio è quando immediatamente prima una persona vi ha tossito, o starnutito, o c’è un oggetto sporco di saliva. Ma una superficie a distanza di giorni è difficile che possa avere una quantità di virus tale da contagiare un altro”.
Come faccio a sapere se ho il coronavirus?
Villa: “Non è così importante sapere se si ha il coronavirus. Nell’80% dei casi lo si passerà come un raffreddore o come un’influenza. Quello che è importante è che se qualcuno ha dei sintomi, come tosse, febbre, dolori muscolari o malessere, comunque stia ancora più attento a stare lontano dagli altri. Può proteggerli in questo modo dal raffreddore o dal Coronavirus, non è cosi importante. Quello che è importane è che nel momento in cui la febbre diventa alta, e c’è una difficoltà respiratoria, ci si rivolga alle autorità sanitarie, al 112 o alle autorità regionali".
Come si distingue il coronavirus dalla normale influenza?
Villa: “Oggi sappiamo che le due malattie hanno delle manifestazioni un po' diverse. L’influenza compare all’improvviso, con un forte malessere, brividi, febbre alta e tosse forte. Il coronavirus è più subdolo, spesso dà una febbricola, un po' di tosse secca, che può essere anche importante. È meno frequente che coli il naso ed è meno frequente il mal di gola. I due sintomi cardine sono: tosse secca e febbre. La febbre può essere anche non alta, tende a peggiorare dopo qualche giorno e qui bisogna essere pronti a chiamare aiuto. Ma direi fin dall’inizio di mettersi sempre comunque in contatto con il medico”.
Come distinguiamo il covid-19 dalle normali allergie?
Villa: “È più facile, perché tendenzialmente le allergie non danno febbre. In più, chi è allergico lo sa e riconosce il sintomo del prurito in gola o del naso che cola. Invece può essere più sovrapponibile la congiuntivite”.
Dopo quanto tempo una persona malata non è più contagiosa?
Villa: “Si sta studiando, non abbiamo ancora certezze. Probabilmente, siccome sappiamo che il contagio avviene soprattuto nei primi giorni alla comparsa dei sintomi, dopo una 10ina di giorni - anche se il tampone è ancora positivo - sembra che la quantità di virus che viene liberata è veramente bassa. La persona diventa quindi via via non contagiosa. Generalmente si considera guarita dopo due tamponi negativi”.
Quando una persona è contagiosa?
Villa: “Soprattuto all’inizio, non appena si manifestano i sintomi. Poi c’è un equivoco tra sintomatici e asintomatici. La persona completamente asintomatica che sta bene, tendenzialmente non trasmette il virus, lo fa non appena comincia ad avere i primi sintomi. Ma propio perché i primi sintomi possono essere molto blandi, magari qualcuno non se ne accorge nemmeno. È molto importante però dare importanza a questi primi sintomi e dare attenzione agli altri. La nostra principale preoccupazione non dev'essere non ammalarsi, ma proteggere chi ci sta intorno”.
La vitamina C protegge dal virus?
Villa: “No, questa è una delle bufale girate in questo periodo. Deriva dal fatto che alte dosi di vitamina C in vena siano state utilizzate - in modo sperimentale - per il trattamento delle forme gravi. Ma i consigli che stanno girando, anche su whatsapp, di prendere alte dosi per la prevenzione della malattia non sono fondati. Alte dosi di vitamina C possono provocare calcoli renali, ma soprattutto posso dare l’idea che siccome si prende la vitiamina si è più protetti”.
Esistono i portatori sani della malattia?
Villa: “Quando parliamo di questo pensiamo di più a una malattia cronica, ma qui stiamo parlando di una malattia acuta, quindi non ci sono portatori sani, ma persone contagiate che non hanno ancora manifestato la malattia o che dopo questa non hanno finito ancora di eliminare il virus dall’organismo. Non esistono portatori sani nel tempo”.
È vero che ci si può riammalare?
Villa: “È ancora una cosa che si sta studiando. Speriamo che non sia così. Anche perché questo renderebbe più difficile la messa a punto di un vaccino, perché se la malattia naturale non riesce a indurre un immunità permanente è ancora più difficile riuscire a farlo con un prodotto farmaceutico. Speriamo che non sia così, lo stanno ancora studiando. Produciamo degli anticorpi, ma dobbiamo ancora capire se sono protettivi nel tempo”.
Quando sarà pronto il vaccino?
Villa: “Non diamo per scontato che sia solo questione di tempo, perché ci sono malattie come l’Aids per cui non abbiamo un vaccino. Speriamo che si possa avere. Ci sono già almeno 5 o 6 gruppi nel mondo che ci stanno lavorando. Oggi abbiamo tecnologie molto avanzate che permettono di avere vaccini molto più rapidamente rispetto ad alcuni anni fa, però comunque ci vogliono dei tempi di sperimentazione. Le previsioni più ottimistiche parlano di 12/18 mesi, però dobbiamo essere pronti all’ipotesi che ci voglia più tempo”.
Se mangio del cibo su cui c’è il virus, rischio di ammalarmi?
Villa: “Si, se qualcuno ci ha starnutito sopra. Ma questo dovrebbe far parte delle normali misure igieniche indipendentemente da coivd”.
I vaccini contro influenza e polmonite proteggono dal virus?
Villa: “No, è un virus diverso. Inizialmente era stato raccomandato di vaccinarsi ancora contro l’influenza, quando è emersa la malattia, per facilitare la diagnosi differenziale, per ridurre il numero di persone che avrebbero cercato aiuti per sintomi influenzali, perché protetti dall’influenza. Ma nessuna di queste vaccinazioni è efficace contro questo virus che è nuovo”.
È vero che esiste già un farmaco?
Villa: “Ne esistono diversi che si stanno sperimentando in diverse parti del mondo. Quello di cui si è parlato in questi giorni, il Tocilizumab, è un farmaco usato contro l’artrite che sembra possa servire in alcuni casi gravi, in cui la risposta infiammatoria dell'organismo fa più male che bene, e quindi questo farmaco la mette un pochino a tacere e ne riduce l’impatto. Ma non è un farmaco diretto contro il virus. Si stanno sperimentano in altri contesti dei farmaci contro Hiv, e la clorochina, un farmaco contro la malaria, molto comune, è oggetto di sperimentazione. E poi c’è un farmaco messo appunto per ebola, il Remdesivir, che è ancora sperimentale, ma che sembra molto promettente”.
Cosa succede se si prende il virus in gravidanza?
Villa: “Non sappiamo ancora cosa succede a lungo termine, perché il virus è nuovo e abbiamo solo prove di donne che l’hanno preso nelle ultime settimane o mesi di gravidanza e hanno dato alla luce dei bambini sani e perlopiù negativi per il virus. Quindi oggi sappiamo che, con ogni probabilità, non si trasmette da mamma a bambino, non compromette gli esiti del parto e non dà problemi gravi. Non possiamo essere ancora sicuri, perché il numero di donne studiato non è sufficiente, ma nessuna finora ha avuto problemi”.
Posso sapere se ho già avuto la malattia e se l’ho già superata?
Villa: “Di questo si parla perché sono uscite voci che forse il virus circola da prima, dai mesi scorsi e dall’inverno. Purtroppo oggi come oggi i test per verificare la presenza degli anticorpi sono effettuati solo dall’Istituto superiore di sanità in condizioni molto particolari. Quindi no, non lo possiamo sapere”.
Posso donare il sangue?
Villa: “Si, i centri per il sangue hanno chiesto ai donatori di non smettere con le donazioni perché con tante persone che stanno male può servire. Bisognerebbe prima mettersi in contatto con i propri centri di riferimento, per chiedere se è cambiata qualche modalità. Ma non interrompere le donazioni”.
Il virus è pericoloso solo per gli anziani?
Villa: “È vero che le forme più gravi sono negli anziani, ma abbiamo una percentuale non indifferente di persone tra i 50 e i 64 anni che sono ammalate. E anche i più giovani non possono sentirsi completamente al sicuro perché comunque abbiamo anche li dei casi. Ed è molto probabile che le persone più giovani comunque si infettino, che facciano forme più leggere, e che poi possano contagiare altri intorno al loro”.
E i bambini?
Villa: “Sembrano protetti sicuramente dalle forme più gravi. Sono eccezionali i casi, in tutto il mondo, di bambini con forme gravi. Non sappiamo ancora quanto si contagino e quanto trasmettano la malattia. Dati recenti suggeriscono che questo possa avvenire, ed è a sostegno della scelta di tenere chiuse le scuole”.
Bene bevande calde, è utile? E bere alcol?
Villa: “No, è una delle bufale che gira sui nostri telefonini. Diceva di bere bevande a 26/27 gradi per uccidere il virus. A parte che il nostro organismo è a 36/37 gradi, quindi se il virus morisse a 26 non avremmo problemi. Ma le bevande calde comunque non possono uccidere nello stomaco il virus, che è nei polmoni”. E sull’alcol: ”No, il virus non si uccide con vino e birra, anzi attenzione all’abuso di alcol che non va mai bene”.
Le mascherine sono utili?
Villa: “Per chi non sta bene, per non trasmettere il virus a chi gli sta intorno. E naturalmente sono utilissime per tutti gli operatori sanitari che sono esposti ad alte concentrazioni di virus. Per tutti gli altri, questa indicazione da parte dell’Oms non c’è. Quindi se uno vuole metterle può farlo, però sappia che, da un lato, sottrae questo materiale a chi ne ha davvero bisogno, e dall’altro comunque deve stare attento a non sentirsi tranquillo. Perché magari si pensa di essere protetti, ma si rischia - siccome la mascherina dà fastidio - di toccarsi ancora di più la faccia e al limite di esporsi anche di più. Vanno usate secondo le indicazioni, c’è anche un video dell’Oms”.
È più utile usare gel igienizzanti o lavarsi le mani?
Villa: “Lavarsi le mani, con acqua calda, sapone, a lungo, seguendo tutte le raccomandazioni, ci permette di eliminare il virus e di stare sicuri. I gel possono essere utili quando siamo fuori casa e non abbiamo la possibilità di lavarci le mani così frequentemente”.
Dove poso fare il tampone?
Villa: “Non si può fare di nostra iniziativa. Questi test vengono prescritti dai medici in alcuni casi, quindi quando le persone hanno dei sintomi tali da far sospettare il virus e sono in circostanze per cui è utile farli. Perché comunque richiedono tempo, risorse e personale e ne stiamo facendo migliaia. È importante focalizzarli sulle persone che è fondamentale sapere se sono positive".
Il tampone è sicuro al 100%?
Villa: “No, nessun test è sicuro al 100%. Anche il tampone, per esempio, se vien fatto troppo presto dopo il contagio, può risultare negativo e positivizzarsi dopo qualche giorno. Questa è una delle ragioni per cui è bene non farne troppi”.
Cani e gatti si possono ammalare?
Villa: “C’è stato un caso di un cane, a Hong Kong, riconosciuto anche dall’Oms, di positività al test. Non si capisce perché abbiano sottoposto l’animale al test, molto probabilmente si è contaminato leccando qualche superficie. Era positivo ma asintomatico. Possiamo continuare quindi a dire che gli animali non si infettano né possono trasmetterci la malattia”.
Il coronavirus è come una normale influenza?
Villa: “Il primo errore è pensare che una normale influenza sia una cosa banale, perché può essere una malattia seria. Il coronavirus può essere come un’influenza per l’80% delle persone, quindi in 8 casi su 10 si manifesta così, ma purtroppo abbiamo il 20% delle persone in cui si manifesta come polmonite”.
Cosa significa pandemia?
Villa: “Una diffusione del virus sostenuta e continua in molte parti del mondo. Dal punto di vista pratico, questa dichiarazione dell’Oms, per noi in Italia dove già l’epidemia è diffusa, non cambia nulla. La dichiarazione serve a richiamare l’attenzione dei Paesi che hanno preso un po’ sotto gamba la questione”.
Si muore per la malattia o con la malattia?
Villa: “Ci sono delle persone molto anziane o che hanno degli altri problemi, per esempio un ictus o un infarto improvviso. Queste persone muoiono per l’infarto, ma se qualcuno poi li sottopone al test può trovare il virus. In questo caso possiamo dire che sono morti con la malattia e non per la malattia. Però nella maggior parte dei casi registrati come decessi da covid-19 purtroppo è proprio il virus che provoca la morte, magari in persone già malate, già compromesse, ma che potevano continuare a vivere ancora a lungo”.
Il caldo aiuterà a combattere il virus?
Villa: “Qualcuno lo spera, ma non ci possiamo contare troppo perché comunque anche i virus pandemici influenzali si sono diffusi con il caldo. Possiamo sperare che in qualche modo contribuisca ma non ne possiamo essere sicuri”.
Tra quanto tempo finirà?
Villa: “La verità è che non lo sappiamo. Sicuramente questo tempo può essere accorciato dal rigore con cui ciascuno di noi, senza andare a cercare la clausola che ci autorizza a trovare una scappatoia nella norma, ma proprio con grande senso di responsabilità, fa il possibile per mantenere le distante e per tagliare i ponti al virus. E soprattutto ai primi sintomi, ancora di più, occorre isolarsi per evitare di passarli a chi ci sta vicino e proteggere chi ci circonda, e tutto il resto del Paese”.
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