Perché piacciono i film horror? La risposta da un nuovo studio

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Realtà Virtuale (Getty Images)

Secondo quanto emerso da una ricerca condotta da un team di esperti dell’Università di Turku, in Finlandia, sarebbero apprezzati perché creano un “brivido” e accrescono lo stato di eccitazione dell’osservatore  

Gli esseri umani sono affascinati da ciò che spaventa, che si tratti di sky-diving, montagne russe o documentari sul crimine, a condizione che queste minacce siano tenute a debita distanza. Anche i film horror rientrerebbero in questa categoria di esperienze: piacciono proprio perché creano “brivido” e sono in grado di manipolare l’attività cerebrale accrescendo lo stato di eccitazione degli osservatori.
È quanto emerso da un nuovo studio condotto da un team di ricercatori dell’Università di Turku, in Finlandia, che ha analizzato le modalità attraverso le quali il cervello affronta la paura in risposta alla visione di un film horror.

I film più spaventosi dell’ultimo secolo

Per compiere lo studio, pubblicato sulla rivista specializzata Neurolmage, gli esperti hanno inizialmente stilato una classifica dei film più spaventosi dell’ultimo secolo. Per farlo hanno chiesto delucidazioni in merito a 216 appassionati di cinema.
È così emerso che tra primi dieci film “più horror” degli ultimi 100 anni ci sono “La Spina del Diavolo”, del 2001, diretto da Guillermo Del Toro, “Goksung - La presenza del diavolo”, pellicola coreana del 2016, incentrata su demoni, zombie e contagi, e “L’esorcista”.
Stando a quanto comunicato dagli appassionati di cinema coinvolti nello studio, sarebbe proprio l’eccitazione provocata dalla visione degli horror a spingere le persone a voler guardare questo genere di film, insieme al desiderio di svolgere un’attività in compagnia. Le pellicole più spaventose, secondo gli esperti, sarebbero quelle di natura psicologica o che si basano su eventi e situazioni reali.

Risonanza magnetica condotta su 37 volontari

Per verificare quanto ipotizzato dagli esperti in ambito, i ricercatori hanno sottoposto 37 volontari a una risonanza magnetica mentre impegnati a guardare due diversi film: "The Conjuring 2" e "Insidious".
Sono così riusciti a dimostrare che l’aumento dell’ansia durante la visione comporta l’attivazione delle aree cerebrali coinvolte nella percezione visiva e uditiva, e che nel momento in cui si verifica uno shock improvviso vengono stimolate maggiormente le zone coinvolte nell'elaborazione delle emozioni, nella valutazione delle minacce e nel processo decisionale. Queste ultime aree cerebrali sarebbero continuamente connesse con le zone sensoriali durante la visione del film, come se agissero preparando anticipatamente la risposta quando un evento spaventoso diventa sempre più probabile.
“I nostri cervelli ci anticipano continuamente e ci preparano all'azione in risposta alle minacce, e i film horror sfruttano questa esperienza per migliorare la nostra eccitazione”, ha spiegato Matthew Hudson, tra i ricercatori che hanno condotto lo studio.

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