Adenoidi nei bambini, quando è il caso di rimuoverle?

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Immagine di archivio (Getty Images)

Queste piccole masse di tessuto linfatico, poste nella parte più alta delle vie aeree, possono rigonfiarsi in età pediatrica provocando difficoltà nella respirazione come le apnee notturne. L’intervento di rimozione è un’opzione estrema ma efficace 

Difficoltà di respirazione, voce nasale e tendenza a russare durante il sonno sono soltanto alcuni tra i sintomi legati all’infiammazione delle adenoidi. Note anche come tonsille faringee, queste porzioni di massa di tessuto linfatico sono situate nella parte più alta delle vie aeree, in prossimità della connessione con la gola. A provocare i problemi è il rigonfiamento delle adenoidi, che aumentando di volume rischiano di ostruire le stesse via aeree: questo accade più frequentemente nei bambini, specie se alle prese con infezioni, portando in alcuni casi i genitori a valutare la possibile rimozione di queste particolari tonsille.

L’infiammazione delle adenoidi nei bambini

Le adenoidi compongono il sistema linfatico insieme alle tonsille, e proprio come queste ultime possiedono dimensioni maggiori negli individui tra i 2 e i 6 anni. Per tale motivo questa fascia di età risulta la più colpita dai problemi relativi a questi tessuti: come spiegato dal sito della Fondazione Umberto Veronesi, nei bambini che tendono a russare per via della roncopatia, l’ostacolo respiratorio è nell’80% dei casi causato proprio dall’ipertrofia di tonsille e adenoidi. Queste sono adibite alla produzione di anticorpi, un processo che avviene tramite la cattura di germi che cercano di entrare nell’organismo attraverso le vie aeree: se infiammate, le tonsille faringee riempiono il rinofaringe nel quale sono ospitate, ostruendo così il naso, la gola e le Trombe di Eustachio. Il problema può quindi portare a russamento, episodi di apnea notturna e voce nasale, in alcuni casi accompagnati anche da otite o sinusite.

Rimozione delle adenoidi: quando fare l’intervento

Generalmente, dopo aver contrastato un’infezione le adenoidi dovrebbero sgonfiarsi e tornare alle normali dimensioni. Tuttavia in alcuni casi l’ipertrofia può diventare cronica e portare a un conseguente aggravamento dei sintomi, una circostanza nel quale, secondo la Fondazione Veronesi, “l’unica terapia che offra risultati stabili è rappresentata dall’asportazione delle adenoidi ipertrofiche”. Questa soluzione evita il ricorso a ripetute terapie antibiotiche che possono alterare le difese immunitarie del bambino, un rischio non presente in caso di intervento. L’operazione per l’asportazione delle adenoidi si effettua dai 18 mesi di vita in poi, in anestesia generale: grazie ad appositi strumenti noti come adenotomi la parete del rinofaringe viene raschiata per rimuovere il tessuto in eccesso. In caso di necessità, inoltre, questo intervento può essere associato a quello di asportazione delle tonsille

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