Roma, blitz ambientalista alla Fontana di Trevi: gettato liquido nero

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Gli ambientalisti - che avevano uno striscione per la campagna "non paghiamo il fossile" - hanno urlato "il nostro paese sta morendo", tra gli insulti dei passanti e dei turisti. Così il sindaco Gualtieri: "Basta con queste assurde aggressioni"

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Alcuni di attivisti di "Ultima Generazione" hanno gettato un liquido nero, carbone vegetale, nella Fontana di Trevi, al centro di Roma. Gli ambientalisti - che avevano uno striscione per la campagna "non paghiamo il fossile" - hanno urlato: "il nostro paese sta morendo", tra gli insulti dei passanti e dei turisti. Sul posto gli agenti del Gruppo Trevi della polizia locale di Roma Capitale e la polizia. (GLI ATTIVISTI BLOCCANO LA TANGENZIALE - LIQUIDO NERO NELLA FONTANA DI PIAZZA NAVONA)

   

Blitz di Ultima Generazione nella Capitale, 21 maggio 2023. Circa una decina di attivisti hanno gettato un liquido nero, carbone vegetale, nella Fontana di Trevi, al centro di Roma. Con uno striscione per la campagna 'non paghiamo il fossile', anche considerato quello che sta accadendo "in Emilia Romagna", i giovani ambientalisti, per sensibilizzare sulla loro causa, si sono posizionati in piedi dentro alla Fontana, urlando "il nostro paese sta morendo", tra gli insulti dei passanti e dei turisti. A interrompere l'azione, la Polizia Locale sul posto.
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"Last Generation" blitz in Rome, Italy, 21 May 2023. About a dozen activists threw a black liquid, vegetable charcoal, into the Trevi Fountain. With a banner for the "let's not pay for fossils" campaign, also considering what is happening "in Emilia Romagna", the young environmentalists, to raise awareness of their cause, stood inside the Fountain, shouting "our country is dying", to the insults of passers-by and tourists. To interrupt the action, the Local Police on the spot.
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La ricostruzione dei fatti

Alle 11:30 sette persone legate alla campagna 'non paghiamo il fossile', promossa da Ultima Generazione, hanno versato carbone vegetale diluito in acqua nella Fontana di Trevi per chiedere di interrompere immediatamente i sussidi pubblici a tutti i combustibili fossili, "causa della crisi climatica che in questi giorni ha investito l'Emilia Romagna e le Marche, devastandone il territorio, mietendo 14 vite, costringendo 10mila persone ad abbandonare le proprie case e lasciando senza luce altre 28mila". Sul posto sono intervenute le forze dell'ordine.

La testimonianza di un attivista

"Sono Mattia, ho 19 anni e ho deciso di fare disobbedienza civile perché la tragedia orribile vissuta in questi giorni in Emilia Romagna è un'avvisaglia del futuro nero che attende l'umanità, fatto di siccità alternata ad alluvioni sempre più frequenti e violente. Secondo l'Organizzazione meteorologica mondiale stiamo per superare la soglia di 1,5°. Questo significa che i nostri figli potrebbero morire di fame e di sete. E che potremmo essere in tempo per vederlo. Secondo la Banca d'Italia, per di più, una casa su quattro è a rischio alluvione in Italia, con danni stimabili in tre miliardi ogni anno. L'unica possibilità per evitare che accada è fermare le emissioni legate ai combustibili fossili. Il nostro Governo, invece, continua imperterrito a regalare all'industria del fossile finanziamenti pubblici per decine di miliardi di euro ogni anno. Noi abbiamo deciso di ribellarci a chi ci sta condannando a morte. E invitiamo genitori, nonni, fratelli e figli preoccupati a unirsi a noi", ha dichiarato l'attivista. 

Gualtieri:"Basta con assurde aggressioni al patrimonio artistico"

Sul fatto è intervenuto anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri: "Basta con queste assurde aggressioni al nostro patrimonio artistico. Invito gli attivisti a misurarsi su un terreno di confronto senza mettere a rischio i monumenti. Per fortuna l'intervento della Polizia Locale è stato tempestivo, quindi sono stati versati solo due dei numerosi barattoli che avevano a disposizione. Questo comunque porterà un intervento significativo. Dalla prima stima non ci dovrebbero essere danni permanenti - continua Gualtieri  -, la vernice nera si è depositata essendoci del materiale impermeabile e non marmo. È un intervento che costerà molto tempo, impegno, e acqua perchè questa è una fontana a riciclo continuo. Quindi adesso dovremmo svuotarla per circa 300mila litri che è la capienza della fontana e tante persone dovranno lavorare per ripulire e appurare che non ci siano danni permanenti, come nella fontana dei Quattro Fiumi. Intanto, azioni di questo tipo sono sempre un rischio per i monumenti e poi gli interventi da ripristino sono molto costosi e con un impatto ambientale significativo. Ribadisco che è una cosa giusta battersi per il clima, ma questo è  il modo sbagliato perchè si rischia di danneggiare i monumenti, costringono le amministrazioni pubbliche a interventi di ripristino costosi, spreco d'acqua, quindi è del tutto controproducente rispetto ad una battaglia ambientale. Anche dal punto di vista comunicativo la contraddizione è evidente. Faccio appello agli attivisti di non fare interventi di questo tipo. Si può protestare, per i cambiamenti climatici è persino doveroso farlo, ma questo è il modo sbagliato, pericoloso, dannoso, che colpisce beni comuni preziosissimi come i nostri monumenti".

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